Dossier Arte - volume 3 

3 L Età del Realismo „ Tour Eiffel però in occasione della Quarta Esposizione Universale che Parigi celebra definitivamente la nuova architettura del ferro, con l opera progettata dall ingegnere Alexandre-Gustave Eiffel (Digione 1832-Parigi 1923). La forma della Tour Eiffel (28) è l esemplificazione stessa dei calcoli statici che sottendono il suo equilibrio: affinché la struttura possa svettare per 300 metri, bisogna dotarla di quattro piloni, collegati da archi e posti a una distanza sufficiente per poterne sostenere il peso. A 57 metri d altezza corre una prima terrazza, mentre la seconda, naturalmente più piccola, è collocata a 115 metri e ospita un ristorante. La struttura è interamente reticolata, in modo da dare un maggior senso di leggerezza e da opporre minore resistenza al vento. Sia il reticolato sia le dimensioni rendono inutile qualsiasi intervento decorativo: l essenzialità della struttura ha contribuito a fare della Tour Eiffel il simbolo stesso della città. Terminata la mostra infatti, nonostante le polemiche, non venne più smontata. Tra i più accesi detrattori dell edificio si ricorda anche lo scrittore Guy de Maupassant, che tuttavia era un abituale cliente del ristorante della torre poiché, come amava ripetere: « il solo luogo di Parigi in cui non la vedo . L eclettismo italiano postunitario In Italia l evoluzione delle nuove tecniche costruttive legate al ferro e al vetro ha uno sviluppo piuttosto tardo e limitato. Il neonato Regno d Italia stenta a slegarsi dalle tradizioni costruttive del passato e cerca di stabilire uno stile nazionale attraverso le formule del Neogotico o del Neorinascimentale che meglio rispondono all esigenza di un immagine di solidità della giovane monarchia italiana. indubbio, però, che le nuove modalità costruttive implichino sostanziali vantaggi, il primo dei quali di ordine economico: per questo anche alcuni architetti italiani, a partire dal 1860, iniziano a sperimentare delle soluzioni ibride tra i metodi strutturali antichi e le soluzioni moderne. „ Galleria Vittorio Emanuele II A Milano, nel 1861, Giuseppe Mengoni (Fontanelice 1829-Milano 1877) si aggiudica il concorso per il rifacimento della Piazza del Duomo con una Galleria (29) che, in omaggio a Vittorio Emanuele II, mette in relazione Piazza della Scala con il Duomo. Mengoni progetta un ampia struttura in muratura interamente sormontata da una volta a botte in vetro e ferro, sulla quale s interseca un braccio più corto con uscite 28. Alexandre Gustave Eiffel, Tour Eiffel, 1887-1889, ferro e ghisa. Parigi. 118 29. Giuseppe Mengoni, Galleria Vittorio Emanuele II, 1865-1878, ferro e vetro. Milano.

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Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri