Dossier Arte - volume 3 

   8.  L’ARTE TRA LE DUE GUERRE >> Il Surrealismo

Il gioco lugubre (Gioco funesto)

L’universo pittorico di Dalí è popolato da creature mostruose, da semidivinità e da ambigui animali che svelano sottili simbologie, conferendo un senso conturbante, allucinatorio e irreale alla visione. Nel dipinto-collage Il gioco lugubre (Gioco funesto) (44) al centro della composizione è collocato l’autoritratto dell’artista, con la testa di profilo, gli occhi chiusi e una cavalletta gigante al posto della bocca. La testa esplode liberando nell’atmosfera chiara e cristallina un magma di oggetti e di simboli che fluttuano nello spazio, quasi a rappresentare una materializzazione dei sogni, delle nevrosi e delle ossessioni sessuali dell’artista. Queste figure e forme brulicanti sulla tela sembrano ispirate all’universo fantastico della pittura di Bosch. Il tema della statua sul piedistallo, collocata nella parte sinistra del dipinto, che allude al senso di colpa derivato dalla masturbazione (il personaggio è rappresentato con una mano ipertrofica e l’altra posta a coprire il viso come senso di vergogna), è un chiaro riferimento all’opera di De Chirico.

Donna con testa di rose

L’influenza dechirichiana si fa ancora più palese nel dipinto Donna con testa di rose (45), per quanto attiene l’impostazione spaziale e le figure-manichino filiformi in primo piano. Il senso dell’enigma è però trasformato da Dalí in una più inquietante atmosfera onirica pervasa dal mistero. Sullo sfondo del dipinto troviamo un leone con le fauci spalancate, elemento già presente in altre opere dell’artista, che si trasforma in una sorta di vaso dentro il quale sono contenute rocce e vegetazione. La testa della figura di destra perde i tratti umani ed è sostituita da un bouquet di rose, mentre attorno al suo braccio si attorciglia un braccialetto costituito da due mani che si intrecciano – stesso motivo che compare nel drappo bianco che cinge la vita.
In lontananza si intravede anche un piccolo uomo vestito di bianco, rappresentazione dell’artista, che sembra rivolgere lo sguardo al leone.

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri