Il gioco lugubre (Gioco funesto)
L’universo pittorico di Dalí è popolato da creature mostruose, da semidivinità e da ambigui animali che svelano sottili simbologie, conferendo un senso conturbante, allucinatorio e irreale alla visione. Nel dipinto-collage Il gioco lugubre (Gioco funesto) (44) al centro della composizione è collocato l’autoritratto dell’artista, con la testa di profilo, gli occhi chiusi e una cavalletta gigante al posto della bocca. La testa esplode liberando nell’atmosfera chiara e cristallina un magma di oggetti e di simboli che fluttuano nello spazio, quasi a rappresentare una materializzazione dei sogni, delle nevrosi e delle ossessioni sessuali dell’artista. Queste figure e forme brulicanti sulla tela sembrano ispirate all’universo fantastico della pittura di Bosch. Il tema della statua sul piedistallo, collocata nella parte sinistra del dipinto, che allude al senso di colpa derivato dalla masturbazione (il personaggio è rappresentato con una mano ipertrofica e l’altra posta a coprire il viso come senso di vergogna), è un chiaro riferimento all’opera di De Chirico.