8.  L’arte tra le due guerre


Amedeo Modigliani, Grande nudo disteso, particolare,1919 ca., olio su tela. New York, Museum of Modern Art (MoMA).

L'EPOCA E LE IDEE

L’Europa e gli Usa dopo la Prima guerra mondiale

La Prima guerra mondiale disegna una nuova geografia politica dell’Europa. Sotto le macerie del conflitto crollano ben quattro imperi: quelli tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo, abbattuto dalla Rivoluzione d’Ottobre. I grandi organismi statali multietnici, causa di molte delle tensioni prebelliche, lasciano spazio all’affermazione degli Stati nazionali.
Alla Germania, individuata come principale responsabile del conflitto, sono imposte sanzioni economiche durissime. La disoccupazione e l’inflazione che ne derivano causano un diffuso malcontento nella popolazione e l’acuirsi della lotta politica: la Repubblica di Weimar (come è chiamata la democrazia tedesca dal nome della città in cui, nel 1919, viene firmata la nuova costituzione) è la prima vittima di questa situazione, e le istituzioni democratiche, colpite da un crescente discredito, non riescono a frenare l’ascesa al potere del movimento nazionalsocialista di Adolf Hitler.
Alle difficoltà causate dalla guerra, nel frattempo, si sommano quelle dovute alla crisi economica scoppiata negli Stati Uniti nel 1929 con il crollo della Borsa di New York. La crisi interrompe bruscamente l’ascesa economica americana e pesa sull’economia mondiale per tutti gli anni Trenta, fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.

L’età dei totalitarismi

Il successo dei movimenti antidemocratici tra le due guerre è tale da segnare il carattere di un’epoca, definita spesso “età dei totalitarismi”. Il primo esempio di regime dittatoriale moderno è il fascismo italiano, nato e sviluppatosi nel primo dopoguerra. Al governo, su incarico del re, dall’ottobre del 1922, nell’arco di pochi anni Mussolini mette fuori legge ogni opposizione politica, piegando le istituzioni al suo potere personale. Analogo percorso compie Hitler in Germania: eletto cancelliere con le elezioni nel 1933, si libera rapidamente delle limitazioni al suo potere previste dalla costituzione e instaura un feroce regime dittatoriale. Fascismo e nazismo hanno alcune fondamentali caratteristiche comuni: la volontà di controllare in modo totale la vita nazionale (da cui il termine “totalitarismo”); la promozione di una società di massa controllata dall’alto e organizzata come una grande fabbrica, in cui la disciplina è ottenuta con il terrore e la violenza; l’uso dei mass media ai fini di propaganda politica; il culto della personalità. Caratteri simili, nel corso degli anni Venti e Trenta, assume anche l’Unione Sovietica di Stalin, che mentre promuove l’industrializzazione forzata del Paese accentua i tratti autoritari del regime, eliminando fisicamente tutti gli oppositori politici con le cosiddette “purghe” e i campi di prigionia (i gulag).

Cultura e società in un’età di crisi

I mezzi di comunicazione non sono sfruttati solo dai regimi totalitari, ma anche dalle democrazie. Negli anni Trenta i giornali, la radio e il cinema, arricchito dall’introduzione del sonoro, hanno una grande diffusione, contribuendo all’affermazione di stili di vita e di consumo di massa. Il mondo delle élite intellettuali presenta invece tendenze opposte, con una pluralità di orientamenti che spezzano l’unità della cultura europea. In ambito filosofico, per esempio, le diverse scuole – neopositivismo, esistenzialismo, marxismo – propongono modelli metodologici radicalmente differenti, legati in gran parte alle fratture ideologiche del tempo. Anche gli artisti sono immersi nelle tensioni politiche che attraversano l’Europa e il mondo, trovandosi in alcuni casi a dover scegliere tra il perseguimento dell’autonomia dell’arte e il coinvolgimento politico diretto.
Complessivamente, l’arte e la cultura tra le due guerre sono influenzate dal clima di violenza e insicurezza che caratterizza l’età dei totalitarismi. Nelle mani di Stati che, forti dei loro mastodontici apparati burocratici, negano ogni autonomia dell’individuo, le grandi potenzialità della scienza, della tecnologia e dell’industria sono percepite sempre più come una minaccia anziché come un’opportunità. I timori non sono infondati, e si trasformano in realtà con lo scoppio della Seconda guerra mondiale (1939-1945), una guerra “totale” che estende la violenza su una scala mai raggiunta prima.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri