Dossier Arte - volume 3 

   7.  LE AVANGUARDIE STORICHE >> Astrattismi

Tatlin e il Costruttivismo

Al contrario del Suprematismo, il Costruttivismo opera su un piano di relazione fra avanguardia e dimensione politico-sociale. Gli artisti che vi aderiscono intendono la loro missione come intervento sociale: l’astrazione non è quindi da interpretarsi come un’esplorazione di individualità ed emotività, ma come linguaggio capace di relazionarsi con la società di massa. In quest’ottica ci si batte per una democratizzazione dell’arte che superi la concezione borghese dell’opera collegata a un mercato e a un collezionismo per i ceti più abbienti in direzione di una dimensione allargata e multidisciplinare dell’arte, che ne assicuri una funzione utilitaria e una destinazione sociale.

Controrilievo dell’angolo

Il termine “Costruttivismo” è utilizzato per la prima volta per descrivere i Controrilievi di Vladimir Tatlin (Mosca 1885-1953) esposti nel 1915. Si tratta di assemblaggi realizzati con materiali diversi – fogli di alluminio, legno, cavi d’acciaio – che nascono sulla scorta dei collage cubisti e delle esperienze polimateriche futuriste, aprendo la strada a una nuova arte che oltrepassa i generi canonici di pittura e scultura. I Controrilievi diventano di fatto oggetti che vivono in relazione allo spazio fisico che li accoglie e la loro natura è imprescindibile dalla relazione opera-ambiente. Ogni volta che l’opera viene installata in un luogo diverso, con diverse caratteristiche spaziali, assume una diversa conformazione. In Controrilievo dell’angolo (96) l’opera non è installata in modo frontale a parete, ma sfrutta la spazialità dell’angolo, quasi a smaterializzare i confini della stanza: questa non è più spazio che accoglie l’oggetto plastico, ma diventa componente integrante del lavoro. In tal modo il ruolo contemplativo dell’osservatore è incrinato verso una sua più attiva partecipazione in quello che è lo spazio fisico del lavoro.

Monumento alla Terza Internazionale

Dopo la rivoluzione, fra il 1919 e il 1920, Tatlin progetta il Monumento alla Terza Internazionale che risponde proprio alla nuova funzione dell’arte costruttivista: come attesta il critico d’arte Natan Punin, questo monumento è pensato come armonia di «forma puramente creatrice e forma utilitaria». L’opera, che non verrà mai realizzata – esistono soltanto dei modelli in scala (97) – è concepita come una torre di 400 metri che si sviluppa con un potente moto a spirale verso il cielo. Questo monumento sarebbe diventato il simbolo del nuovo ideale di un’arte che si apre alla modernità e alla tecnologia, ma che, al contempo, reclama l’impegno, contaminandosi con la dimensione politica e sociale.

Dossier Arte - volume 3 
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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri