DOSSIER: Griglie a confronto: Mondrian e Klee

   dossier i confronti 

GRIGLIE A CONFRONTO: MONDRIAN E KLEE

La griglia è un elemento sintattico che si diffonde a partire dalle Avanguardie come struttura compositiva astratta che rifiuta il valore della pittura in quanto rappresentazione naturalistica e accentua il carattere di superficie della composizione, ovvero la bidimensionalità del dipinto. Osservando le coeve ricerche di Mondrian e Klee si possono analizzare due diversi modi di esplorare la griglia che rivelano di conseguenza due diversi approcci all’astrazione.

Mondrian: la ricerca dell’assoluto

Nel percorso neoplastico di Mondrian la griglia è utilizzata per andare oltre il caos della natura e raggiungere, attraverso l’esplorazione di rapporti matematici, l’ordine e l’assoluto. La pittura diventa dunque un anelito all’universale superando l’individualismo e di conseguenza il sentimentalismo e l’emotività che caratterizzano l’arte dal Romanticismo all’Espressionismo. Come possiamo vedere in Composizione in nero, rosso, grigio, giallo e blu, Mondrian annulla la gerarchizzazione tra figura e sfondo. La composizione si riduce all’utilizzo di linee nere ortogonali che ripartiscono la superficie in tasselli rettangolari e quadrati – di colore bianco, grigio, più i colori primari giallo, rosso e blu, essenza di tutte le variazioni timbriche possibili – dove nessuna forma viene ad assumere un valore predominante all’interno della composizione, in quanto il dipinto deriva da un ben calcolato equilibrio asimmetrico di forme e colori. L’artista compie pertanto un’operazione quasi mistica rivelando l’armonia del mondo nascosta dietro la contingenza del visibile.

  › pagina 311  

Klee: percorsi fantastici e misteriosi

A partire dal 1914 nella ricerca di Klee inizia ad emergere una particolare struttura nella rappresentazione del paesaggio. Klee utilizza la struttura della griglia scomponendo e articolando le composizioni di paesaggio in tasselli di colori che vibrano di luce. Come egli stesso spiega nei Diari, essa deriva dalla ricerca di una sintesi “tra l’architettura della città e quella del quadro”, in modo da dar vita sul piano bidimensionale della tela a un’architettura a due dimensioni.
L’utilizzo di questa struttura “a scacchiera” raggiunge però risultati contrapposti rispetto a quelli di Mondrian. Alla rigidità e all’assolutezza delle composizioni dell’artista olandese, Klee contrappone percorsi mobili, fantastici e misteriosi, che definiscono la sua peculiare astrazione lirica. Se osserviamo Ville fiorentine, ci rendiamo conto che i tasselli in cui è ripartita la superficie non sono rigorosamente delineati, ma al contrario hanno i contorni più mobili e imprecisi. Sono attraversati da linee orizzontali che, come uno spartito musicale, trascrivono rigo su rigo i simboli e le forme dell’architettura della città, alternando motivi più riconoscibili come facciate stilizzate, scale e finestre a segni misteriosi di alfabeti di antichi linguaggi sconosciuti. Alla campitura piatta di colore di Mondrian si sostituisce qui un tessuto vibrante di calde tonalità dell’ocra, stese con una materia pittorica che ricorda l’affresco più che la pittura e rievoca altresì antiche tecniche artigiane della decorazione di stoffe e tappeti.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri