Dossier Arte - volume 3 

   4.  LA STAGIONE DELL’IMPRESSIONISMO >> L’Impressionismo

La calda luminosità di Bougival

Renoir apre gli anni Ottanta con un capolavoro che ha per soggetto ancora i passatempi della borghesia parigina.

Colazione dei canottieri a Bougival

Nella tela (12) un gruppo di giovani parigini si ritrovano, dopo la voga, al ristorante La Fournaise a Chatou, un villaggio sulle rive della Senna e non lontano da Bougival, dove sono raggiunti a colazione da alcune amiche.
La tavola – una straordinaria natura morta con i resti del pasto appoggiati su una tovaglia d’un bianco cangiante – occupa il primo piano della tela, che ancora una volta si sviluppa secondo un andamento diagonale. Il canottiere in piedi sulla sinistra segna la direttrice visiva del dipinto verso gli altri tavoli, dove alcuni giovanotti chiacchierano amabilmente, sino a chiudere la scena con una ragazza in nero che, forse vittima di un lieve malore, viene soccorsa dagli amici. Le fronde degli alberi in lontananza e la Senna con le sue imbarcazioni, diventano la quinta scenica sulla quale si muovono i personaggi in primo piano.
La trattazione luministica è raffinata: la luce filtra dalla tenda a righe e riscalda i toni accentuando il contrasto dei colori. Le grandi dimensioni del dipinto permettono a Renoir di realizzare delle figure appena più piccole del vero, in modo che lo spettatore senta una vicinanza pressoché fisica col gruppo di canottieri. I volti sono ancora una volta riconoscibili; l’artista ritrae persone a lui care, prima fra tutte Aline Charigot (1854-1915), sua futura moglie, che gioca con il cane sulla sinistra del dipinto. L’immediatezza della scena presuppone l’assenza del disegno, quanto meno della sua percezione, anche per le figure in primo piano, rese attraverso campiture ben contenute.
Nella Colazione dei canottieri a Bougival l’artista fonde con grande maestria tre generi differenti di pittura: il ritratto, la natura morta e la narrazione della vita moderna parigina che stava a cuore alla poetica impressionista. Il dipinto è infatti anche l’orgogliosa risposta di Renoir a un articolo di Émile Zola che, dopo aver sostenuto per anni gli impressionisti, li accusa in seguito di non essere più capaci di rappresentare davvero la complessità dell’esistenza.

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri