il Punto su... L’arte del Risorgimento e l’architettura di metà Ottocento

   3.  L’ETÀ DEL REALISMO >> Dall’Accademia al Realismo

Parigi: nasce il mito della ville lumière

Solo quattro anni più tardi Parigi inaugurò la sua Prima Esposizione Universale allestita nel Palais de l’Industrie (Palazzo dell’Industria), struttura voluta da Napoleone III proprio a dimostrazione di come la Francia non fosse da meno della Gran Bretagna (26).
Rispetto al Crystal Palace, l’edificio francese, disegnato dall’architetto Jean-Marie-Victor Viel (1796-1863) presentava ancora una grossa componente di muratura e solo la galleria interna era coperta da un’alta volta a botte in ghisa e vetro.
Sempre in risposta alla modernità londinese, nel 1853 Napoleone III diede avvio alla più grande rivoluzione urbanistica della città, affidata al barone Georges-Eugène Haussmann (Parigi 1809-1891). In virtù di ragioni legate alla sicurezza e alla viabilità, il nuovo piano urbanistico prevedeva l’abbattimento dei quartieri di fondazione medievale dove le strade erano reticoli contorti, e la creazione di un sistema di grandi viali, alternati a piazze e parchi, che dessero nell’insieme un effetto di magnificenza e di rigore (27). Per 17 anni Parigi fu un grande cantiere in cui vennero costruiti eleganti palazzi, affacciati su ampi viali, nel rispetto di norme comuni, in modo da ottenere un effetto di continuità. Vennero innalzate le monumentali stazioni della città, ancora attive, come la Gare de Lyon (1855) e la Gare du Nord (1865), nonché il mercato di Les Halles (1848-1870) – poi distrutto a 120 anni dalla sua realizzazione – con ampio impiego di ferro e vetro.

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Tour Eiffel

È però in occasione della Quarta Esposizione Universale che Parigi celebra definitivamente la nuova architettura del ferro, con l’opera progettata dall’ingegnere Alexandre-Gustave Eiffel (Digione 1832-Parigi 1923). La forma della Tour Eiffel (28) è l’esemplificazione stessa dei calcoli statici che sottendono il suo equilibrio: affinché la struttura possa svettare per 300 metri, bisogna dotarla di quattro piloni, collegati da archi e posti a una distanza sufficiente per poterne sostenere il peso. A 57 metri d’altezza corre una prima terrazza, mentre la seconda, naturalmente più piccola, è collocata a 115 metri e ospita un ristorante. La struttura è interamente reticolata, in modo da dare un maggior senso di leggerezza e da opporre minore resistenza al vento. Sia il reticolato sia le dimensioni rendono inutile qualsiasi intervento decorativo: l’essenzialità della struttura ha contribuito a fare della Tour Eiffel il simbolo stesso della città. Terminata la mostra infatti, nonostante le polemiche, non venne più smontata. Tra i più accesi detrattori dell’edificio si ricorda anche lo scrittore Guy de Maupassant, che tuttavia era un abituale cliente del ristorante della torre poiché, come amava ripetere: «È il solo luogo di Parigi in cui non la vedo».

L’eclettismo italiano postunitario

In Italia l’evoluzione delle nuove tecniche costruttive legate al ferro e al vetro ha uno sviluppo piuttosto tardo e limitato. Il neonato Regno d’Italia stenta a slegarsi dalle tradizioni costruttive del passato e cerca di stabilire uno stile nazionale attraverso le formule del Neogotico o del Neorinascimentale che meglio rispondono all’esigenza di un’immagine di solidità della giovane monarchia italiana. È indubbio, però, che le nuove modalità costruttive implichino sostanziali vantaggi, il primo dei quali di ordine economico: per questo anche alcuni architetti italiani, a partire dal 1860, iniziano a sperimentare delle soluzioni ibride tra i metodi strutturali antichi e le soluzioni moderne.

Galleria Vittorio Emanuele II

A Milano, nel 1861, Giuseppe Mengoni (Fontanelice 1829-Milano 1877) si aggiudica il concorso per il rifacimento della Piazza del Duomo con una Galleria (29) che, in omaggio a Vittorio Emanuele II, mette in relazione Piazza della Scala con il Duomo. Mengoni progetta un’ampia struttura in muratura interamente sormontata da una volta a botte in vetro e ferro, sulla quale s’interseca un braccio più corto con uscite laterali. Nell’insieme però, la Galleria, con l’abbondanza di stucchi e decorazioni neorinascimentali, resta un progetto marcato da un forte eclettismo.

Mole Antonelliana

Negli stessi anni, nella Torino sabauda, l’architetto Alessandro Antonelli (Ghemme 1798-Torino 1888) accetta un lavoro commissionatogli dalla comunità ebraica della città per la costruzione di una nuova sinagoga, con tanto di scuola annessa, nella zona chiamata “Contrada del Cannon d’Oro” (oggi via Montebello). Antonelli propone una serie di modifiche al progetto originario dell’edificio, che prevedono l’innalzamento della costruzione fino a 143 metri. Oltre che la cupola imponente, da cui il nome di Mole (30), l’architetto disegna una struttura a padiglione in cui le parti murarie sono tenute insieme da catene di ferro. Questo, quindi, diventa un elemento strutturale fondamentale all’equilibrio statico dell’edificio, perché permette alla struttura di sostenere un peso notevole pur avendo una base relativamente piccola.
Portata a termine nel 1889 dal figlio di Alessandro – Costanzo Antonelli – la Mole assolve felicemente il difficile compito di coniugare stili provenienti da tradizioni architettoniche differenti – il rigore del Neoclassicismo, il Neogotico, che aveva avuto una certa diffusione nell’Ottocento italiano, e il richiamo alle strutture a cupola di Guarino Guarini e di Filippo Juvarra (1678-1736) – attraverso l’impiego strutturale del ferro. Il progetto antonelliano cambiò la propria funzione già prima che fossero conclusi i lavori, diventando sede del Museo del Rinascimento; oggi ospita il Museo Nazionale del Cinema.

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L’ARTE DEL RISORGIMENTO E L’ARCHITETTURA DI METÀ OTTOCENTO

  • Molti artisti partecipano alle vicende del Risorgimento italiano o le narrano nelle loro opere.
    Nel Campo italiano alla battaglia di Magenta, Giovanni Fattori affronta il tema della guerra evitando toni retorici e trionfalistici.
    Due fatti storici fondamentali come l’imbarco di Garibaldi e la presa di Porta Pia sono celebrati rispettivamente da Girolamo Induno (1827-1890) e da Michele Cammarano (1835-1920).
    La scultura di Alessandro Puttinati (1801-1872), Masaniello che chiama il popolo alla rivolta, rievoca un episodio del XVII secolo come simbolo dell’aspirazione alla libertà, introducendo spunti naturalistici.
  • A partire dalla metà dell’Ottocento si assiste all’introduzione di nuovi materiali da costruzione (ghisa e acciaio), all’uso del vetro anche su ampie superfici e a nuove tecniche costruttive. Nasce la figura professionale dell’ingegnere.
    Joseph Paxton (1803-1865) progetta nel 1851 il Crystal Palace per la Prima Esposizione Universale a Londra.
    Molte città sono oggetto di radicali ristrutturazioni urbanistiche, come Parigi, ammodernata a partire dal 1853, per volontà di Napoleone III, con il piano del prefetto Georges-Eugène Haussmann (1809-1891); nella città sorgono varie costruzioni in ferro, tra cui la Tour Eiffel (1889).
    L’architettura italiana postunitaria è caratterizzata in prevalenza dall’adozione di un linguaggio eclettico, che coniuga soluzioni e materiali moderni con citazioni dell’architettura del passato.
    Rappresentanti di questo eclettismo sono Giuseppe Mengoni (1829-1877) con la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano e Alessandro Antonelli (1798-1888) con l’edificio torinese a cui ha dato il nome (Mole Antonelliana).

  DOMANDE GUIDA
  • 1. Qual è il rapporto tra artisti italiani e Risorgimento?
  • 2. In che modo Fattori affronta il tema della guerra nel Campo italiano alla battaglia di Magenta?
  • 3. In che senso il Masaniello di Puttinati può essere inserito nell’arte di ispirazione risorgimentale?
  • 4. Quali nuovi materiali sono introdotti nell’architettura in conseguenza della Rivoluzione industriale?
  • 5. In che cosa consiste la ristrutturazione urbanistica di Parigi voluta da Napoleone III?
  • 6. Quali sono le caratteristiche fondamentali dell’architettura postunitaria in Italia?
  • Dossier Arte - volume 3 
    Dossier Arte - volume 3 
    Dal Neoclassicismo ai giorni nostri