Jacopo della Quercia

   1.  IL QUATTROCENTO >> Il primo Rinascimento

Jacopo della Quercia

Jacopo della Quercia (Siena 1371 ca.-1438) è uno dei maggiori scultori italiani che si trovò a operare, analogamente al Ghiberti, fra Tardogotico e Rinascimento, non soltanto sul piano cronologico, ma soprattutto dal punto di vista della mentalità culturale e delle scelte stilistiche. 

A Lucca

Sepolcro di Ilaria del Carretto 

La sua opera più celebre è il Sepolcro di Ilaria del Carretto (57), seconda moglie di Paolo Guinigi, signore di Lucca, commissionatogli poco dopo la scomparsa della donna, morta di parto l’8 dicembre 1405. Una volta ottenuta la commissione, l’artista si dedicò alla sua realizzazione negli anni successivi, probabilmente tra il 1406 il 1407.
La giovane donna è raffigurata stesa sul sepolcro ai suoi piedi il cagnolino simbolo di fedeltà, secondo un’iconografia nata in Francia e diffusasi poi con il Gotico internazionale. Gotiche sono ancora le vesti in cui è avvolta la figura, nonché il modo delicatissimo e analitico di restituirne la fisionomia, ma il corteo dei putti reggifestone sui lati della cassa costituisce un elemento decorativo di gusto inequivocabilmente rinascimentale nel suo recupero delle forme classiche, in piena sintonia con quanto si andava sviluppando contemporaneamente a Firenze.
Nonostante le pesanti manomissioni subite, la tomba di Ilaria del Carretto trasmette un’immagine di soave e imperitura dolcezza, unita all’esecuzione virtuosistica.

A Siena

Fonte Gaia 

Nel dicembre 1408 lo scultore riceve l’incarico della costruzione della Fonte Gaia in piazza del Campo a Siena (58), la commissione più importante della sua carriera. La sua realizzazione avverrà in prevalenza, però, tra il 1414 e il 1419 dopo l’esecuzione di imponenti opere idrauliche che permettevano di convogliare l’acqua attraverso una galleria. L’opera si rifà alla struttura tradizionale delle fontane pubbliche del Medioevo ed è concepita come un bacino rettangolare circondato su tre lati da un alto parapetto, di cui i due lati corti a sagoma discendente recano a bassorilievo la Creazione di Adamo e la Cacciata dall’Eden. Sui pilastri anteriori si trovano due statue femminili rappresentanti, secondo la tradizione, Rea Silvia e Acca Larenzia, in omaggio alle presunte origini romane della città, mentre nel pilastro più lungo domina, al centro, la Madonna col Bambino circondata dalle allegorie delle Virtù. Le linee guizzanti dei panneggi, unite alle raffinate cadenze ritmiche, confermano ancora la convivenza, nelle opere di Jacopo della Quercia, di sperimentazioni rinascimentali aggiornate sui modelli fiorentini e moduli ancora tardogotici di derivazione francese e borgognona. La fonte richiama l’immagine di un grandioso altare di marmi bianchi e luminosi eretto a gloria della Vergine, protettrice della città. Ai giorni nostri è sostituita da una copia realizzata nel 1868 dallo scultore senese Tito Sarrocchi (1824-1900), mentre le sculture originali superstiti si conservano nel Museo dell’Ospedale di Santa Maria della Scala. 

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò