Nanni di Banco

   1.  IL QUATTROCENTO >> Il primo Rinascimento

Nanni di Banco

Un’altra figura di spicco del primo Rinascimento fiorentino è quella di Nanni di Banco (Firenze 1380 ca.-1421), al quale tuttavia la morte prematura impedì di occupare un ruolo di primo piano tra i fondatori dell’"arte nuova". Ricordato dai documenti come uno degli scultori più importanti e famosi del tempo, ebbe modo di collaborare con Donatello, di cui era pressoché coetaneo, e con Brunelleschi. Dal 1406 Nanni risulta iscritto nella corporazione degli scultori - l’Arte dei Maestri di Pietra e di Legname - ma il suo nome compare anche più volte nei documenti relativi alla costruzione del duomo. Le sue poche opere superstiti fanno di questo artista una figura chiave del recupero della classicità della Firenze dell’inizio del XV secolo e costituiscono un terreno fertile su cui si innestano gli sperimentalismi di Donatello. Nanni di Banco esprime i contenuti moderni e pienamente rinascimentali in un "latino" severo e corretto, con uno sviluppo analogo a quello filologico della letteratura umanistica.

Quattro Santi Coronati 

L’opera più emblematica dell’artista è forse quella realizzata per la nicchia dell’Arte dei Maestri di Pietra e di Legname nella Chiesa di Orsanmichele, il gruppo dei Quattro Santi Coronati (55). In essa lo scultore dimostra di essere fra i primi in grado di recuperare il concetto della dignità umana che permeava le sculture romane di epoca imperiale: l’interesse per l’arte antica è attento e preciso nel recupero del lessico classico e sembra assumere il tono di un’indagine archeologica. Il gruppo solenne di quattro santi, scalpellini cristiani martirizzati da Diocleziano, conferma la predilezione del maestro per un’altra serie di personaggi solidi e monumentali, che preludono quella dipinta da Masaccio nella scena del Tributo affrescata nella Cappella Brancacci. Le quattro figure, disposte a semicerchio, hanno pose auliche e classiche e volti naturalistici: occupano saldamente la nicchia, quasi come in un perpetuo dialogo "di pietra".

Assunzione della Vergine 

I riferimenti all’arte antica, evidenti nelle statue di Orsanmichele, ritornano nel grande rilievo dell'Assunzione della Vergine sopra la Porta della Mandorla (56), sul lato nord del duomo, commissionata nel 1414, ma non ancora collocata alla morte dello scultore, nel 1421. L’immagine che sembra riprodurre un’iconografia gotica, condizionata anche dalla forma del timpano, è in realtà popolata di figure reali: la Vergine che ruota con naturalezza su se stessa e gli angeli colti nello sforzo di sollevare la pesante mandorla .

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò