3.  IL SEICENTO

Arte e stupore: il Barocco

Intorno agli anni Trenta del Seicento, l’arte entra in un nuovo periodo, il cosiddetto Barocco, che vede il tramonto della dialettica fra naturalismo caravaggesco e classicismo carraccesco mentre sorgono nuove prospettive, del tutto inattese, almeno fino al Giubileo del 1625. L’etichetta artistica del Barocco, nonostante i limiti di ogni definizione, è utile per comprendere molte caratteristiche del periodo che va dal 1630 alla fine del secolo.

Le origini del termine

Nell’uso comune Barocco significa cervellotico, complicato, stravagante, irregolare. Dal punto di vista etimologico, non ne è chiara l’origine: a lungo si è pensato che derivi dal portoghese barroco, che indica una perla di forma irregolare. Fin dal tardo Seicento anche in francese baroque è qualcosa di curioso, bizzarro, ma anche in questo caso l’etimo non è chiaro. Secondo un’altra ipotesi baroco, termine
italiano antico, sarebbe da collegarsi alla filosofia e alla storia della logica di ambito aristotelico e indicherebbe un sillogismo (ossia un ragionamento concatenato) molto complesso, esatto ma cervellotico nella sua, almeno in apparenza, inutile complicazione. 
Qualunque sia l’etimologia, l’uso negativo del termine riferito alle arti figurative compare verso la metà del Settecento, con l’accezione di "peste del gusto", cioè grottesca manipolazione dell’arte naturale per un’artificiosità fuorviante rispetto ai suoi fini essenziali, che sono la chiarezza, la semplicità e la comprensibilità. Tale giudizio trae origine dalla rivoluzione illuminista che nel corso del Settecento portò a esigenze di razionalità in ogni campo del sapere e dell’agire e dalle quali l’arte del Seicento maturo appariva deviante: una valutazione negativa che pesò a lungo, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento, quando questa espressione artistica fu finalmente studiata senza pregiudizi estetici nelle sue peculiarità stilistiche e figurative.

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Il nuovo stile

Ma come circoscrivere un’età barocca sulla base delle conoscenze e della sensibilità attuale? Quando comincia e quando finisce il Barocco?
Molti affreschi, dipinti, sculture, arredi e persino architetture databili entro un lungo lasso di tempo - corrispondente soprattutto alla seconda metà del Seicento - hanno caratteristiche analoghe: magniloquenti, enfatici, spettacolari, artificiosi nelle prospettive e nelle composizioni, attenti all’illusione e a un perpetuo gioco con l’osservatore. Per tutto il Seicento i soffitti dei palazzi, le volte, le cupole delle chiese si riempiono di immagini scenografiche che "sfondano" gli spazi reali degli edifici e in cui pittura, scultura e architettura formano, in una mirabile fusione di arti, un’unica grande opera. Non è forse un caso che nell’epoca in cui, grazie a viaggi, scoperte, consolidamenti di imperi commerciali, il mondo conosciuto si apre e si allarga e anche lo spazio decorato di volte e soffitti sembri dilatarsi all’infinito, spalancandosi in cieli vertiginosi. Una delle caratteristiche principali del Barocco è l'illusionismo, ossia la capacità di confondere, con l’arte, realtà e rappresentazione: l’inganno dell’occhio, in francese trompe-l’oeil, è un campo sterminato di invenzioni per gli artisti, che così dimostrano l’abilità di stupire i committenti e violare con la loro arte i limiti fisici del reale.

La Roma barocca

Luogo di nascita di questo nuovo stile è la Roma dei papi, delle famiglie aristocratiche e dei ricchi ordini religiosi. Tutti i massimi artisti barocchi, da Gian Lorenzo Bernini, a Francesco Borromini, a Pietro da Cortona non sono di origine romana ma è a Roma che lasciano i loro capolavori grazie alla protezione di ricchi mecenati: l’arte diviene un efficace strumento di propaganda e affermazione del potere. La città si trasforma profondamente in senso scenografico: la Roma del XVII secolo appare come un grande cantiere in cui arrivano architetti, decoratori, artigiani da tutta Italia per lavorare a chiese, palazzi, ville, ma anche per cambiare il volto urbanistico della città eterna. Due progetti simbolo sono la risistemazione di piazza San Pietro e della Basilica, cuore del Cattolicesimo, e la monumentalizzazione di piazza Navona, dove lo scultore Bernini costruisce la Fontana dei Fiumi, simbolo dei quattro continenti allora conosciuti, metafora dell’autorità del pontefice che si estende a tutti gli abitanti della Terra, e l’architetto Borromini realizza la Chiesa di Sant’Agnese in Agone.
Roma è anche un potente centro di attrazione per artisti che giungono da tutta Europa per studiare, collezionare per conto di ricchi mecenati, o lavorare, inserendosi nelle attive associazioni di stranieri: l’Italia, nel momento in cui sta progressivamente perdendo il suo peso politico ed è esclusa dai traffici internazionali, resta ancora al centro del panorama artistico europeo. Grazie ai viaggi degli artisti stranieri e ai movimenti di artisti italiani che inviano all’estero le loro opere, il Barocco diventa uno stile internazionale, adatto a propagandare la potenza delle grandi monarchie.

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò