L’architettura militare è una parte significativa della sua attività (si ricorda, fra
le altre, la Fortezza da Basso a Firenze, 1532-1535), al pari dell’interesse per l’architettura antica
e lo studio del De architectura di Vitruvio: questo aspetto gli deriva dalla frequentazione
della bottega dello zio Giuliano da Sangallo, ma soprattutto dalla collaborazione con Raffaello.
Sangallo fu un grande costruttore e capace coordinatore di fabbriche complesse come
Palazzo Farnese o la Basilica di San Pietro (► pp. 219-221) ma la sua figura è stata
spesso oscurata dal negativo giudizio di Giorgio Vasari nelle Vite, che lo presenta come
un rivale di Michelangelo. Fu un instancabile disegnatore e di lui si sono conservati moltissimi
disegni architettonici: dagli accurati rilievi dell’architettura antica ai disegni
esecutivi per San Pietro, fino ai progetti di macchine per il sollevamento dell’acqua o grandi gru
da cantiere. Il disegno per Sangallo è strumento di comunicazione oggettiva del progetto, oltre che
un mezzo di controllo dell’ideazione in tutte le sue fasi, dai primi concetti fino alla realizzazione.
Alla morte di Bramante fu, come si è visto, collaboratore di Raffaello al cantiere della Basilica di San Pietro; nel 1520, scomparso l’Urbinate, fu nominato primo architetto della fabbrica, insieme a Baldassarre Peruzzi e poi nel 1536 responsabile di tutte le fabbriche pontificie: Antonio divenne dunque il più importante architetto di Roma a capo di una fiorente bottega.
Alla morte di Bramante fu, come si è visto, collaboratore di Raffaello al cantiere della Basilica di San Pietro; nel 1520, scomparso l’Urbinate, fu nominato primo architetto della fabbrica, insieme a Baldassarre Peruzzi e poi nel 1536 responsabile di tutte le fabbriche pontificie: Antonio divenne dunque il più importante architetto di Roma a capo di una fiorente bottega.