DOSSIER: Andrea Odoni

   dossier l'opera 

Lorenzo Lotto

ANDREA ODONI

  • 1527
  • olio su tela, 104x116,6 cm
  • Windsor, Royal Collection


    Il tempo e il luogo

    Il dipinto raffigura il ricco mercante Andrea Odoni, grande collezionista di opere d’arte, ma anche di curiosità naturali che arricchivano il suo palazzo, posto nel cuore di Venezia a poca distanza da piazza San Marco. La famiglia di Odoni si era trasferita da Milano alla metà del Quattrocento, occupando da subito una posizione di spicco nell’oligarchia cittadina.
    È ben documentata la sua passione per le sculture, con una cospicua raccolta che comprendeva opere moderne e numerose antichità classiche.
    Odoni stringe amicizia con lo scultore Tullio Lombardo, il letterato Pietro Aretino e l’architetto Sebastiano Serlio, a delineare una figura complessa di intendente d’arte e di architettura.
    La maestria con cui è realizzato il quadro ha fatto sì che più volte fosse attribuito a grandi maestri, come Tiziano o Correggio. Solo la ripulitura del 1863, che ha evidenziato la firma e la data, ha confermato definitivamente la paternità dell’opera.

    La descrizione e lo stile

    Per quest’opera Lotto utilizza un grande formato: in questo ha lo spazio necessario per raffigurare con ricchezza di dettagli l’ambiente interno e gli oggetti che circondano Odoni. Il nobile personaggio è raffigurato insieme a un gruppo di sculture e monete, tutte appartenenti alla sua estesa collezione. L’abito in tessuto pregiato, bordato di pelliccia sul collo, identifica il censo di Andrea Odoni colto nell’attimo in cui osserva una preziosa piccola statua di Diana efesina, nella mano destra. Sono stati identificati quasi tutti i pezzi scultorei presenti nel dipinto, che sono copie di famosi originali classici: fra questi spicca in alto a sinistra il frammento dell’Ercole e Anteo che arricchiva il Giardino delle statue di Bramante in Vaticano. Allo stesso modo la piccola figura in alto a destra deriva da un bronzetto raffigurante Ercole, conosciuto da disegni dall’Antico. Un restauro degli anni Cinquanta del Novecento aveva nascosto un particolare importante dell’opera che ha permesso di chiarire i significati simbolici del dipinto: è emerso infatti un crocifisso che Andrea stringe fra il pollice e il dito medio della mano sinistra. La presenza di questo simbolo della fede cristiana è stata interpretata dagli studiosi come il desiderio di ribadire la profonda lealtà a Cristo di Odoni, che poteva essere messa in dubbio dalla sua grande passione per il mondo classico, declinata nella ricchissima collezione d’arte.
    La gamma cromatica è piuttosto limitata sulle tonalità fredde. La modulazione della luce e il gioco di chiaroscuri creano un’atmosfera particolare che evoca con immediatezza la dimensione raccolta e privata dello "studiolo".

    Dossier Arte - volume 2
    Dossier Arte - volume 2
    Dal Quattrocento al Rococò