1.  Il QUATTROCENTO


 Andrea Mantegna, La corte di Ludovico Gonzaga, particolare, 1465-1474, affresco. Mantova, Castello di San Giorgio, Camera degli Sposi.

L'EPOCA E LE IDEE

L'Italia del Quattrocento

Nel corso del Quattrocento il composito panorama politico della Penisola italiana è ormai dominato da un ristretto numero di Stati di dimensione "regionale": il Regno di Napoli, nelle mani degli Angioini e, dagli anni Quaranta, degli Aragonesi; lo Stato della Chiesa dominato dal Papato; lo Stato di Milano, che intorno alla metà del secolo, dopo la breve parentesi della Repubblica ambrosiana, passa dai Visconti agli Sforza; la Repubblica di Venezia, governata da una ristretta oligarchia che esprime la suprema carica cittadina, il doge; la Firenze dei Medici, di fatto padroni della città dagli anni Trenta del Quattrocento. La conflittualità tra queste realtà politiche genera guerre e instabilità per tutta la prima metà del secolo, senza che nessuno dei contendenti riesca a imporre la propria egemonia. Si giunge a una tregua solo nel 1454, quando, con la Pace di Lodi, si riconosce la necessità di una "politica di equilibrio" tra gli Stati della Penisola. Inizia così un lungo quarantennio di pace, che favorisce lo sviluppo delle corti italiane.

Una straordinaria fioritura artistica

È a prima vista sorprendente che in un’epoca di crisi e frammentazione politica abbia avuto origine la più grande fioritura culturale e artistica della storia italiana: il Rinascimento. In realtà, secondo alcuni studiosi, è proprio la pluralità dei centri culturali a stimolare la straordinaria vivacità artistica e letteraria italiana. Nelle corti dei principi, interessati a promuovere la magnificenza del loro potere attraverso l’arte e la cultura, gli intellettuali e gli artisti trovano un luogo in cui esprimere - più o meno liberamente - la propria creatività.
Riprendono con nuovo slancio gli investimenti, sia pubblici sia privati, nelle arti: il mecenatismo, ossia la tendenza a proteggere e sovvenzionare gli artisti, non riguarda soltanto le maggiori corti principesche. Anche i centri minori - da Ferrara a Mantova, da Verona a Urbino - ospitano artisti, letterati e studiosi di primissimo piano. Dove la tradizione comunale è ancora viva, inoltre, le antiche istituzioni cittadine continuano a sostenere un mecenatismo di tipo "pubblico".

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La preminenza culturale di Firenze 

Firenze è un caso esemplare di convivenza tra il mecenatismo "pubblico" delle corporazioni e la Pace di Lodi (1454). quello privato dei principi (a sua volta contiguo e in certi casi coincidente con quello dello Stato). Negli anni in cui si afferma la Signoria dei Medici e si consolida il suo dominio sulla Toscana, Firenze assume anche una spiccata egemonia culturale. Questa coincidenza non è casuale: per la famiglia Medici l'arte è uno strumento di autopromozione, e per oltre mezzo secolo il loro mecenatismo sarà funzionale al consolidamento del loro ruolo politico. Sotto la Signoria medicea Firenze diventa la culla del Rinascimento e il principale polo attrattivo dei più importanti artisti del tempo, superando anche Roma che, decaduta negli anni del Papato avignonese (1377-1417), non ha ancora recuperato la vitalità culturale di un tempo. 

Dall'Umanesimo al Rinascimento

I nuovi orientamenti della vita artistica e culturale italiana nel Quattrocento affondano le radici nel pensiero e nell'opera di intellettuali umanisti come Coluccio Salutati (1331-1406), Leonardo Bruni (1370-1444) e Poggio Bracciolini (1380-1459), che promuovono una nuova lettura dei classici latini e greci in cui il richiamo agli antichi coincide con il recupero della centralità dell'essere umano nel cosmo e con la fiducia in un ordine entro il quale l'individuo possa costruire il suo destino (homo faber fortunae suae, l'uomo è artefice della propria sorte). In quest'ottica, l'Umanesimo non si limita all'amore per la conoscenza pura, ma incoraggia - almeno in alcune sue correnti - il superamento del distacco tra teoria e pratica, tra contemplazione e azione, individuando nella vita attiva e nell'impegno dell'intellettuale nella società un valore irrinunciabile. 
Questa concezione attraverserà tutti i campi del sapere e dell'espressione artistica - dalle arti figurative all'architettura, all'urbanistica - e il Rinascimento, pur rimanendo a lungo un fenomeno limitato alle corti e alle élite cittadine, influenzerà il corso della storia culturale italiana ed europea per tutto il secolo e oltre.

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò