1.  IL QUATTROCENTO

Il primo Rinascimento


Leon Battista AlbertiTarsie marmoree a disegni geometrici, particolare della facciata della Basilica di Santa Maria Novella, 1459-1470. Firenze. 

Che cos'è il Rinascimento

Complesso, articolato e non privo di contraddizioni, il Rinascimento è un momento culturale chiaramente distinto dalle esperienze artistiche precedenti e destinato a influenzare l’arte e la cultura dei secoli a venire.
Il nuovo stile figurativo nasce nella Firenze del primo Quattrocento e si diffonde poi nel corso del secolo nel resto della Penisola italiana. Dopo la lunga crisi seguita alla peste del 1348, la città toscana vive agli inizi del XV secolo una stagione di profondo rinnovamento: si moltiplicano i cantieri edilizi e ricchi e potenti cittadini, in un’ottica profondamente competitiva, diventano i finanziatori e i mecenati di restauri e soprattutto di nuove opere.

L'origine del termine

La grande fortuna del termine "Rinascimento" risale all’Ottocento, quando lo storico svizzero Jacob Burckhardt, con il saggio La civiltà del Rinascimento in Italia (1860), mise in luce il carattere di rottura e profonda novità degli orientamenti culturali che si affermano nella Penisola italiana al principio del Quattrocento. In contrapposizione alla mentalità medievale, che tendeva alla svalutazione del mondo terreno e alla sua drammatica contrapposizione con quello divino, all’inizio del Rinascimento l’essere umano torna a occupare metaforicamente il centro dell’universo, e gli intellettuali, rifacendosi al pensiero degli antichi e reinterpretandolo in modo più autentico, accordano piena fiducia alle capacità umane.
La "rinascita" - di cui parlano con consapevolezza già i contemporanei - è in primo luogo recupero di aspetti culturali del mondo greco e romano e, in campo artistico, progressiva "liberazione" dell’arte dalle imperfezioni figurative dell’età medievale, in modo analogo a quanto la filologia umanistica andava facendo con i testi classici, depurati da errori e letture interpretative fuorvianti.

Natura, armonia, proporzioni

La rivalutazione del mondo terreno conduce a una riscoperta del naturalismo, con accenti ora più misurati e armonici, ora più drammatici, e a un’indagine dell’ambiente in cui si muove l’essere umano. Di qui nascono la fondamentale riflessione sulla resa razionale e realistica dello spazio e la scoperta delle regole matematiche della prospettiva, grazie alla quale è possibile rappresentare su un piano, in modo credibile, la tridimensionalità degli oggetti.
Inoltre, se l’uomo è il centro dell’universo e "misura di tutte le cose", è lecito pensare - come già avevano intuito gli antichi - che le proporzioni della figura umana costituiscano un modello di perfezione cui l’arte e l’architettura devono ispirarsi.
Il rinnovato interesse per la natura va comunque oltre la semplice imitazione, sollecitando una vera e propria indagine svolta con l'ausilio di principi scientifici. La matematica - che in questo periodo è di fondamentale importanza anche in altri campi del sapere, dalla filosofia alla musica - è così applicata dagli artisti rinascimentali alla costruzione degli edifici, al disegno, alla pittura e alla scultura. 
Anche l'arte, infine, beneficia dell'idea di un superamento della distanza tra teoria e pratica, con un conseguente processo di innovazione tecnico-formale della pratica artistica attuata da intellettuali "universali" che, in alcuni casi, sono al contempo scultori, pittori e architetti, orafi, ingegneri e urbanisti. 

Continuità e novità

Interesse per la natura, per l’uomo e per lo spazio; realismo nella rappresentazione dei paesaggi; misura, equilibrio e armonia: sono dunque questi i nuovi princìpi fatti propri dagli artisti del primo Rinascimento.
Questo carattere di novità, caro alla storiografia ottocentesca, è stato in parte rivisto dalla critica successiva, che ha spesso rintracciato i precedenti medievali dei nuovi orientamenti artistici. Lo studio cosciente della tradizione classica, del suo lessico e delle sue morfologie, si innesta a Firenze su una fiorente tradizione romanica, che mai aveva interrotto il dialogo con le antichità romane e che era rappresentata in città da alcuni edifici simbolo dell’XI secolo: il Battistero e la Basilica di San Miniato.
La civiltà figurativa rinascimentale, del resto, coesiste fin quasi alla metà del secolo con l’arte fiabesca e preziosa, erede della tradizione figurativa gotica, per la quale sono state utilizzate le definizioni di "Pseudo-Rinascimento" (Zeri) o di "Rinascimento umbratile", cioè "un goticismo ombreggiato di rinascimento" (Longhi). Per esempio l’arte senese, pur influenzata dalle novità fiorentine, è caratterizzata da uno stile eccentrico, in cui non è così netta la rottura con il passato medievale: questo diverso modo di rappresentare la realtà, anziché contrapporsi in maniera più o meno consapevole al Rinascimento fiorentino, convive con esso e si sviluppa in modo parallelo.
Come ogni fenomeno storico e artistico, il primo Rinascimento è naturalmente il frutto dell’intreccio originale e vitale di diversi elementi che, in un contrasto affascinante e fecondo, danno vita al racconto dell’arte italiana quattrocentesca. La poetica rinascimentale è inoltre incarnata in modo vario e originale dai suoi protagonisti, ciascuno dotato di una sua personalità, di un proprio retroterra culturale e di interessi talvolta divergenti.

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò