DOSSIER: Cavaliere Rampin

l opera Cavaliere Rampin 550 a.C. ca. marmo pario, io, h 110,5 cm Atene, Nuovo vo Museo dell Acropoli (dalla colmata persiana) Minute sfere compongono la barba e i riccioli simmetrici che si dividono sulla fronte e ricadono sulle tempie. Sfere leggermente più grosse formano, invece, il resto della capigliatura, che scende fino a metà del collo in eleganti trecce. Testa Rampin, 550 a.C. ca., marmo pario, h 27cm. Parigi, Museo del Louvre. Il ricongiungimento della testa e del corpo del Cavaliere Rampin è frutto dell intuizione di Humfrey Payne, basata non solo sull analisi stilistica, ma anche sul tipo di frattura presente su entrambi i pezzi. L operazione non fu immediata: la testa era musealizzata a Parigi e il corpo frammentario si trovava ad Atene. Il tempo e il luogo Questa statua, come la vediamo oggi, è il frutto di una ricostruzione effettuata nella prima metà del Novecento da Humphrey Payne. L intuizione dell archeologo inglese ha permesso di associare il torso equestre frammentario dell Acropoli (n. 590), proveniente dalla colmata persiana, con la testa del Louvre, detta Rampin, dal nome del precedente collezionista. Della bellissima testa parigina che dà il nome a tutto il gruppo è stato eseguito un calco, unito oggi al corpo del cavaliere conservato al Museo dell Acropoli di Atene. A Parigi, viceversa, si trova la testa originale con le integrazioni dei frammenti ateniesi in calco. La descrizione e lo stile L opera, datata al 550 a.C., è la più antica statua equestre di cui si ha conoscenza (la tipologia scultorea dell uomo a cavallo avrà una lunga tradizione in età romana e nelle epoche successive). Del cavallo si conservano solo parti del collo e della criniera, mentre il 98 cavaliere è privo di braccia e gambe. Il corpo presenta una leggera torsione, resa maggiormente percettibile dalla testa piegata verso sinistra, che cattura lo sguardo dell osservatore. infatti nella resa della testa che l artista ha concentrato le proprie abilità, dando vita a un insieme di assoluta perfezione e di equilibrio tra i minuscoli elementi circolari che formano riccioli e trecce e le linee distese del volto, che mostra il tipico sorriso arcaico . Una corona di foglie cinge il capo del giovane cavaliere, forse premio dei giochi dell Istmo o di Nemea, dove i vincitori venivano coronati con foglie di quercia come quelle riprodotte in questa statua. La resa anatomica del corpo rivela, invece, caratteristiche più convenzionali, quali l ampio torace e le partizioni dell addome rese con tratti lievemente incisi. Nella sapiente tecnica applicata nella realizzazione di quest opera è stata riconosciuta dagli studiosi la mano di un artista di grandi capacità, forse lo stesso che ha realizzato la K re del peplo n. 679.

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico