Dossier Arte - volume 1 

5 La Grecia arcaica 11. Euphronios, Cratere a calice, 520-510 a.C., ceramica a figure rosse, h 46 cm. Parigi, Museo del Louvre. 12. Sosias, K lix, 500 a.C., ceramica a figure rosse, 32 cm. Berlino, Musei Statali, Antikensammlung. Le figure rosse Intorno al 530 a.C. viene introdotta ad Atene la nuova tecnica a figure rosse, in cui le immagini sono rese a risparmio, cioè non coperte ( risparmiate , appunto) dalla vernice nera stesa sulla restante superficie del vaso. I particolari non sono più realizzati con un punteruolo, come avveniva per la tecnica precedente, ma resi con il pennello, che permette di dipingere, sul fondo rosso risparmiato, linee più o meno spesse. L effetto disegnativo e piatto prodotto dall incisione viene così meno; inoltre, il rosso evita l artificiosità delle figure scure, che producono un effetto simile a quello di un immagine in negativo. La figura in rosso si stacca maggiormente dal fondo, acquistando forma e peso e conferendo alle scene rappresentate plasticità e profondità. „ Cratere a calice di Euphronios Tra le opere che raggiunsero il più alto livello artistico si collocano le produzioni di Euphronios, ceramografo e ceramista attivo tra il 525 e il 500 a.C., celebre soprattutto per le decorazioni su grandi crateri con anse a volute o a colonnette (anse verticali che poggiano sulla spalla e sono unite alla bocca del vaso). Una di queste decorazioni è realizzata su un cratere a calice (cioè dotato di un collo alto e svasato) proveniente da Cerveteri e datato al 520-510 a.C. (11). Essa rappresenta la lotta tra Eracle e il gigante Anteo e dimostra la maturità di uno stile ormai lontano dalla rigidità delle figure nere. Eracle, eroe della grecità per antonomasia e vincitore con le celebri fatiche delle forze mostruose della natura, è raffigurato con la barba nera e la capigliatura ordinatamente raccolta in riccioli, mentre Anteo ha barba e capelli più chiari dalla forma ispida e incolta. Il gigante è immortale, ma solo finché è a contatto con sua madre, la Terra; Eracle l afferra e, ruotando su se stesso, sta per rovesciarlo verso l alto. evidente la precisione della resa 82 anatomica dei corpi, che Euphronios ha studiato con attenzione, e soprattutto la tensione drammatica della lotta. La decorazione trasmette con efficacia il messaggio implicito al racconto mitico, ossia la contrapposizione tra la razionalità dell uomo e la forza selvaggia e irrazionale del mostro. „ K lix di Sosias L uso dello scorcio (la rappresentazione di una figura su un piano obliquo rispetto al punto di osservazione) è ormai completamente acquisito nella k lix firmata dal pittore Sosias (500 a.C. circa) (12), dipinta sul fondo con una scena che vede protagonisti due eroi omerici, Achille e Patroclo, colti però in un atteggiamento non eroico: la cura di una ferita. La difficoltà di rendere la posizione dei due in uno spazio rotondo è risolta con naturalezza ed eccellente abilità tecnica. La scena raggiunge inoltre una grande intensità psicologica: infatti, mentre Achille è intento a bendare il braccio del compagno, Patroclo distoglie lo sguardo con una smorfia di dolore. In questo caso la rappresentazione degli occhi di profilo (e non più frontali come voleva la tradizione greca) accentua l espressività dei personaggi.

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Dalla Preistoria al Gotico