FOCUS: Due colori da una stessa vernice

Le origini dell arte greca La ceramica in Età Arcaica „ Vaso Fran ois Una delle opere di maggior valore artistico di questo periodo è il grande cratere attico con anse a volute (alti manici che terminano a ricciolo) datato intorno al 570 a.C. e detto Vaso Fran ois (9), dal nome dell archeologo che lo rinvenne in una tomba etrusca a Chiusi. Sul vaso compaiono le firme del ceramografo Kleitias e del ceramista Ergotimos, così come i nomi dei personaggi raffigurati nelle fasce, decorate con scene tratte da episodi epici e mitologici (la caccia al cinghiale Calidonio, il corteo funebre in onore di Patroclo, la Centauromachia, l agguato di Achille a Troilo, le nozze di Peleo e Teti, le imprese di Teseo, la lotta tra gru e Pigmei). „ K lix attica di Exechias La tecnica a figure nere raggiunge però il suo apice con il pittore Exechias (550-525 a.C.), che con una raffinata incisione dei particolari nel panneggio degli abiti, nella capigliatura e nelle armi rende le sue decorazioni estremamente preziose. Basti pensare all interno della coppa conservata a Monaco (10) in cui il pittore racchiude uno dei temi legati a Dioniso. Il dio, dalla veste stellata, è disteso sulla sua nave. Alcuni pirati che avevano tentato di catturarlo, ma erano stati spaventati dalla prodigiosa crescita di tralci di vite intorno all albero maestro, si sono gettati in acqua e, trasformati in delfini, nuotano nel mare intorno all imbarcazione. DUE COLORI DA UNA STESSA VERNICE Le figure nere e le figure rosse erano il risultato di più stesure della stessa vernice (ottenuta dalla diluizione dell argilla) che, combinate a diverse fasi di cottura, permettevano di ottenere il rosso e il nero. La verniciatura preliminare e la prima cottura Dopo essere stato fatto essiccare, il vaso veniva sottoposto a una verniciatura preliminare con argilla diluita. Si procedeva quindi con una prima cottura, che conferiva al vaso un uniforme colorazione rossa, dovuta al fatto che il ferro contenuto nell argilla, combinandosi con l ossigeno, si trasforma in ossido di ferro, di colore rosso. La realizzazione delle figure e la seconda cottura A questo punto si realizzavano le decorazioni. Nel caso della tecnica a figure nere, il pittore tracciava dapprima i contorni della figura, poi stendeva il colore all interno di essa; i particolari erano realizzati successiva- Tecnica a figure nere. mente, a freddo, con un utensile appuntito che faceva emergere il colore sottostante. Nella tecnica a figure rosse, invece, dopo aver tracciato i contorni, il nuovo strato di colore veniva steso solo all esterno delle figure, mentre i particolari interni erano realizzati con un pennello. La seconda cottura avveniva in tre fasi. Nella prima fase il camino della fornace era aperto, e tutta la superficie del vaso assumeva la colorazione rossa. In una seconda fase, il camino veniva chiuso: l aria si arricchiva di ossido di carbonio, riducendo l ossigeno nell argilla. La vernice diventava così nera. Quando, nella fase finale, il camino veniva riaperto, l aria si arricchiva nuovamente di ossigeno, riportando la vernice a una colorazione rossa. Queste reazioni chimiche dipendevano però dal tempo di cottura. Dove la vernice era più spessa, infatti, il processo chimico di ossidazione richiedeva più tempo. Ora, dal momento che nella tecnica a figure nere il ceramografo stendeva un secondo strato di colore (oltre a quello preliminare) solo all interno delle figure, soltanto queste rimanevano nere nell ultima fase di cottura, mentre tutto il resto della superficie, ricoperta da uno strato più sottile di vernice, tornava alla colorazione rossa originaria. Nella tecnica a figure rosse accadeva il contrario. Solo la parte esterna ai contorni e i dettagli interni resi con il pennello erano stati dipinti due volte e dunque solo questi rimanevano neri, mentre le figure, risparmiate dalla seconda stesura, tornavano rosse. Tecnica a figure rosse. 81

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico