FOCUS: La lavorazione e le forme della ceramica

Focus LA LAVORAZIONE E LE FORME DELLA CERAMICA L estrazione e la preparazione dell argilla La materia prima per la realizzazione della ceramica è l argilla. Dopo essere stata estratta dalle cave, l argilla era fatta seccare e frantumata in piccoli pezzi, da cui venivano rimossi gli scarti. Quindi era sciolta in acqua e lavata da ogni impurità, con un procedimento ripetuto più volte. L argilla così depurata veniva lasciata ad asciugare fino a ottenere una spessa pasta, messa poi a riposare in un locale umido. Qui rimaneva fino al raggiungimento di una sufficiente duttilità, utile per la lavorazione. La realizzazione dei vasi I vasi erano modellati dal ceramista e dipinti dal ceramografo, ma alcuni di questi artigiani svolgevano entrambe le attività. Con lo sviluppo dell arte ceramica, i prodotti creati in alcune botteghe assunsero grande fama: Il lavoro di estrazione della materia prima in una cava di argilla. Pinax corinzio (placchetta votiva), 600 a.C. ca. Berlino, Musei Statali, Antikensammlung (da Penteskouphia, Corinto). ceramisti e ceramografi, consci delle proprie capacità, cominciarono a lasciare la propria firma sulle opere realizzate. Dalla metà dell VIII secolo a.C., i vasi furono lavorati al tornio, un pesante disco (in legno, terracotta o pietra) montato su un perno e fatto girare direttamente dal vasaio. Ottenuta la forma desiderata, si aggiungevano gli elementi eseguiti a parte e fatti seccare. Oltre alle anse, che venivano attaccate nella fase finale, negli esemplari più grandi anche la base e il collo erano lavorati separatamente. Una volta assemblato, il vaso finito era sottoposto a levigatura e lucidatura per mezzo di un utensile di pietra o di legno (stecca). A questo punto, il ceramografo tracciava lo schizzo delle figure sulla superficie pulita e asciutta con un bastoncino di carbone o di piombo, di cui in alcuni casi sono ancora visibili le tracce. Un vasaio che lavora al tornio. Il tornio veniva fatto ruotare dal vasaio con le mani. Soltanto dal II secolo a.C. vengono introdotti torni azionabili con i piedi. Pinax corinzio (placchetta votiva), 625-620 a.C. Parigi, Museo del Louvre (da Penteskouphia, Corinto). Un ceramografo al lavoro. Dopo aver tracciato lo schizzo delle figure, il pittore dipingeva il vaso secondo tecniche che si sono evolute nel tempo (dalla linea di contorno alla silhouette piena fino ad arrivare alle tecniche delle figure nere e delle figure rosse). K lix attica a figure rosse (interno), 480 a.C. ca. Boston, Museum of Fine Arts. 76 bocca orlo o labbro collo spalla ansa corpo e ventre piede Schema delle parti di un vaso. Le fasi di cottura erano determinanti per la riuscita del manufatto (e, come vedremo, per la qualità delle decorazioni): la temperatura non corretta o non adeguatamente controllata poteva determinare la rottura del vaso o lasciare segni di bruciatura. Un ceramista aggiunge le anse a una coppa dopo averne modellato il corpo. K lix attica a figure nere (interno), 490 a.C. ca. Londra, British Museum. Un vasaio intento alla cottura. Pinax corinzio (placchetta votiva), 600 a.C. ca. Parigi, Museo del Louvre (da Penteskouphia, Corinto).

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico