Tra arte e artigianato

3 L antico Egitto Tra arte e artigianato Il corredo funerario Per gli Egizi la morte non costituiva la fine della vita, ma un momento di passaggio verso un altra forma di esistenza, che continuava nell aldilà. Come abbiamo in parte già visto a proposito della statuaria, i corredi funerari erano ricchi di oggetti, molti dei quali erano destinati esclusivamente all uso che il defunto ne avrebbe fatto dopo la morte. Questo tipo di produzione, a cavallo tra arte e artigianato, testimonia la grande abilità degli Egizi nella realizzazione di manufatti di uso quotidiano. Per continuare a vivere, una volta nell aldilà, l anima doveva reincarnarsi nel proprio corpo, che per questo veniva imbalsamato. Le viscere erano trattate a parte e collocate dentro quattro vasi, chiamati canòpi, i cui coperchi riproducevano talvolta le fattezze del defunto, come nel caso dei canopi in alabastro del faraone Tutankhamon, disposti in un pregiato cofanetto diviso in quattro scomparti (33). Il corpo del defunto veniva poi deposto in un sarcofago, a forma di parallelepipedo nelle epoche più antiche, antropoide (cioè di una forma simile a quella del corpo umano) dal Medio Regno in poi. 33. Vasi canopi di Tutankhamon, Nuovo Regno, XVIII dinastia, regno di Tutankhamon (1333-1323 a.C. ca.), alabastro, h 86 cm. Il Cairo, Museo Egizio (dalla Tomba di Tutankhamon, Valle dei Re, Luxor). 34. Coperchio del sarcofago di Hor, 850 a.C. ca., legno dipinto, h 164 cm. Londra, British Museum. Secondo le possibilità economiche della famiglia, la salma poteva avere più di un sarcofago, uno all interno dell altro, per proteggere meglio la mummia. In pietra o in legno, i sarcofagi erano di solito riccamente decorati con iscrizioni e immagini di divinità, oltre a iconografie che variavano a seconda dell epoca (34). Gli Egizi credevano che, una volta arrivata nell aldilà, l anima fosse tenuta a eseguire i lavori nei campi. Per evitare che ciò accadesse, si deponevano nelle tombe piccole statuette chiamate ushabti (35), destinate a lavorare al posto del defunto. Le statuette si presentano come piccole mummie, con le braccia incrociate sul petto a reggere gli attrezzi agricoli. Sul corpo è di solito presente un iscrizione con il nome e i titoli del defunto, oppure un capitolo del Libro dei Morti in cui si esorta l ushabti a rispondere alla chiamata ai lavori. Nelle tombe, infine, era fondamentale la presenza della stele funeraria (36), in pietra o in legno, che mostrava l immagine del defunto, spesso accompagnato dalla famiglia. La stele aveva la funzione di assicurare le offerte funerarie da parte dei parenti attraverso la cosiddetta formula dell offerta incisa o dipinta su di essa insieme a preghiere di vario tipo. 35. Ushabti, Nuovo Regno (1550-1070 a.C.), calcare, h 23,5 cm. Firenze, Museo Egizio. 36. Stele funeraria di Ramose, Nuovo Regno, XIX dinastia (1292-1185 a.C.), calcare, h 87,5 cm. Firenze, Museo Egizio. 51

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico