L’importanza delle arti applicate

12 Dal Paleocristiano all Alto Medioevo L importanza delle arti applicate Nel corso dell Alto Medioevo assumono un ruolo fondamentale le arti applicate (spesso dette impropriamente arti minori), cioè la produzione di avori, oreficerie, gemme incise, decorazioni librarie, vetri, ceramiche e tessuti. Un altra denominazione utilizzata è quella di arti suntuarie (dalla parola latina sumptus, che significa spesa ), dato il pregio dei materiali utilizzati. un fenomeno di rilievo non solo per la quantità delle opere realizzate, ma anche per la loro qualità: si tratta in molti casi di oggetti preziosi e raffinati, prodotti per committenti di alto livello, destinati alle corti, alle cattedrali o alle principali abbazie. Spesso, inoltre, le innovazioni artistiche si presentano proprio in questo tipo di produzioni prima che in quelle a carattere monumentale, e possono essere meglio comprese grazie alla diffusione dei vari manufatti in aree geografiche diverse. Per descrivere questo fenomeno si afferma spesso che le arti applicate hanno il ruolo di tecniche-guida nella storia dell arte altomedievale. Gli avori Tra la fine dell Età Tardoantica e il XIII secolo, l avorio, materiale che si ricava da zanne di elefante o denti di ippopotamo, era molto difficile da reperire e pertanto estremamente costoso. Al valore materiale si aggiungeva il significato simbolico, giacché l avorio 43. Placca di rilegatura con scene della vita di san Pietro, particolare, 860-870 ca., avorio. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. era considerato emblema di potenza e di purezza, anche in ricordo del trono eburneo (dal latino ebur, avorio ) del re Salomone, citato nella Bibbia. Per queste ragioni esso era sovente impiegato per raffinati oggetti di carattere religioso, come cattedre episcopali, statuette liturgiche e dittici, già diffusi in epoca tardoantica. Nell Alto Medioevo l avorio viene utilizzato anche per le rilegature di manoscritti, come in una placca del IX secolo raffigurante Scene della vita di san Pietro (43), probabilmente prodotta nella Francia-nordorientale, e più precisamente nella regione di Metz. Mentre le figure sono abbastanza tozze e statiche, il bordo con motivi vegetali è delineato con molta raffinatezza e ricorda modelli classici. „ Flabello di Tournus Realizzato in età carolingia, l eccezionale Flabello di Tournus prende nome dall abbazia francese dalla quale proviene (44). Si tratta di un ricchissimo ventaglio scacciamosche per uso liturgico, che proteggeva dagli insetti il vino della Messa; un iscrizione dichiara infatti: «Due cose reca questo piccolo flabello in estate, allontana le mosche accanite e attenua il caldo . Il flabello, tuttora utilizzato nei riti della Chiesa ortodossa, era piuttosto comune anche in quella occidentale. Questo esemplare presenta un manico costituito per gran parte in avorio, con parti in osso e bronzo, e un astuccio rivestito di placchette dello stesso materiale, che contiene il ventaglio (in pergamena dipinta) quando è ripiegato. I soggetti decorati a rilievo sul manico e sull astuccio comprendono sia temi sacri sia temi desunti dalla letteratura latina. Lo stile classicheggiante con cui sono state realizzate alcune delle placchette ha fatto sorgere l ipotesi che esse siano opere antiche riutilizzate, ma un esame attento della tecnica di esecuzione ha dimostrato che manico e astuccio sono stati prodotti nella medesima bottega, legata alla corte dell imperatore Carlo il Calvo (823877), nella seconda metà del IX secolo. 44. Flabello di Tournus, 868 ca., osso, avorio, metallo, pergamena, h 78 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello. 311

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico