Dossier Arte - volume 1 

Gli edifici, i paesaggi e le armi dei combattenti sono rappresentati con minuziosa attenzione. Le scene di combattimento sono intervallate da raffigurazioni di marce, costruzione di ponti, strade e accampamenti e da scene in cui compare lo stesso Traiano. L imperatore è sempre raffigurato in classica compostezza e grande serietà, ma in proporzioni maggiori rispetto alle altre figure. Non mancano le rappresentazioni a volo d uccello, cioè viste come dal cielo, con un inclinazione di circa 45 gradi, espediente tipico dell arte cosiddetta plebea che qui si integra con il naturalismo e l equilibrio della tradizione classica. Per questo motivo, la Colonna Traiana è stata considerata da alcuni studiosi come il momento più alto dello sviluppo dell arte romana. Colonna Aureliana Nel 176 d.C., per celebrare le vittorie di Marco Aurelio sul Danubio, si decide di innalzare nel Campo Marzio una nuova colonna coclide, secondo il modello di quella Traiana. Nel 180 d.C. sopraggiunge la morte dell imperatore, e il progetto subisce dei rallentamenti: portati avanti dal figlio Commodo, i lavori si concluderanno solo nel 192 d.C. Sopra la colonna era posta anche in questo caso la statua di bronzo dell imperatore, poi sostituita con quella di san Paolo. Nei 115 quadri in cui è diviso, il fregio illustra le guerre condotte da Marco Aurelio contro i Germani e i Marcomanni (171-173), e poi quelle contro i Quadi e i Sarmati (174-175). Come nella Colonna Traiana le due narrazioni sono separate da una Vittoria posta tra trofei, che annota sullo scudo le imprese dell imperatore, e anche qui le scene di battaglia sono alternate a trasferimenti delle truppe e ad altri episodi. Il rilievo però è molto più alto e lo spazio più soffocato; si ricorre spesso alla ripetizione delle figure e dei gesti, e il frequente uso del trapano nelle barbe e nei particolari solca e contorna la volumetria delle figure. Le composizioni sono semplificate, con messaggi più immediati; la figura dell imperatore è spesso frontale, in posizione centrale rispetto agli altri personaggi: un modo di rappresentare la dignità imperiale che si stava imponendo e che diverrà costante a partire da Costantino (312-337 d.C.). Rispetto alla Colonna Traiana, è cambiato anche il modo di vedere i combattimenti. La guerra non è più un compito gravoso ma necessario: la si fa per sopravvivere, con tutta la ferocia possibile. Il racconto diventa crudele, senza alcuna pietà, tra scene di morte e distruzione. Compare per la prima volta l intervento soprannaturale, indispensabile per vincere in uno scontro tremendo: il miracolo della pioggia , narrato anche dalle fonti. Colonna Aureliana, 176-192 d.C., marmo lunense, h 29,77 m esclusi il basamento e il capitello. Roma.

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Dalla Preistoria al Gotico