FOCUS: Le tecniche pittoriche

L arte romana in età imperiale La pittura: gli stili pompeiani LE TECNICHE PITTORICHE La tecnica dell affresco Nel mondo romano le pitture parietali erano realizzate con la tecnica dell affresco, cioè applicando il colore direttamente sull intonaco ancora fresco. Sulla parete, preparata con un primo intonaco grossolano, veniva steso l arriccio, uno strato misto di sabbia e calce dello spessore di circa un centimetro. Su questo strato, quando era ancora umido, si tracciava il disegno preliminare, la sinopia. A questo punto si stendeva un sottilissimo tonachino, composto di sabbia molto fine, polvere di marmo o pozzolana setacciata, amalgamate con acqua. Quindi, prima che l intonaco si asciugasse, si procedeva con la stesura del colore, in modo da favorire il processo di carbonatazione della calce, che consiste nella reazione chimica tra l anidride carbonica presente nell aria e la calce contenuta nell intonaco; il processo permetteva il fissaggio dei colori. Un importante fase di levigazione finale rendeva lo strato pittorico compatto, mentre con l inceramento si cercava di proteggere i colori più delicati, come per esempio il cinabro il celebre rosso pompeiano che tendeva a scurirsi se esposto al sole. I colori I colori impiegati avevano origine animale, minerale e vegetale. Il nero si otteneva dalla triturazione e dalla calcinazione di ossa e avorio. Il cinabro era ricavato dal solfuro di mercurio, importato dall Asia Minore e dalla Spagna. Il ceruleo detto fritta era ottenuto da rame, fior di nitro e sabbia macinati, inumiditi e poi cotti. I gialli erano ottenuti dalle varie ocre. Molti dei colori rossi trovati nelle pitture di Pompei non sono altro che gialli, la cui colorazione è mutata a causa delle elevate temperature raggiunte durante l eruzione del Vesuvio. La pittura da cavalletto Come ricorda Plinio il Vecchio nella Naturalis historia, la pittura da cavalletto cioè i dipinti su tela o tavola poteva essere realizzata con il metodo a tempera o con quello a encausto. Con la tecnica a tempera i pigmenti, cioè i coloranti, venivano stemperati con un legante grasso (olio o tuorlo d uovo), per farli aderire sul supporto. Con il metodo a encausto, invece, i pigmenti, stemperati nella cera calda (enka o, in greco, significa riscaldare ), erano stesi sul supporto, quindi, raffreddandosi, si fissavano, rimanendo molto brillanti. 243

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico