Dossier Arte - volume 1 

La formazione dell arte romana L architettura privata: case e ville 21. Pianta della Casa del Chirurgo a Pompei (Napoli): 1 Fauces; 2 Atrio; 3 Tablinum; 4 Triclinium; 5 Alae; 6 Cortile posteriore. 22. Casa del Chirurgo, III secolo a.C. Pompei (Napoli). 6 3 5 4 5 2 1 Le abitazioni comuni In tutte le città, oltre a quella della domus, era diffusa un altra tipologia di casa, decorosa anche se abbastanza comune, in cui dimoravano famiglie abbienti di origine non patrizia. Molti esempi di queste abitazioni comuni, descritte anche da Vitruvio, si trovano con poche varianti a Pompei, la città della costa campana distrutta dall eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. „ Casa del Chirurgo Tra le abitazioni più antiche di Pompei vi è la Casa del Chirurgo (21-22), così chiamata per la professione del suo proprietario, di cui sono stati rinvenuti gli strumenti durante gli scavi. Lo schema è in realtà lo stesso della Domus 3 di Roma, sebbene gli ambienti siano meno numerosi e di dimensioni più modeste: l atrio centrale, scoperto, è qui l ambiente più spazioso, ed è separato dalla strada da strette fauces. Simmetrico all ingresso si trova il tablinum, aperto sull atrio così come le alae, ridotte di dimensioni ma sempre con l uso di locali comuni. Dall atrio prendevano luce anche tutte le altre stanze. Attraverso il tablinum si accedeva al cortile posteriore, poi trasformato con l aggiunta di depositi e altri ambienti. 23. Caseggiato di Diana, II secolo d.C. Ostia Antica (Roma). Le insulae invece rimasto poco delle abitazioni dei plebei meno abbienti, che costituivano la stragrande maggioranza della popolazione. Dalle fonti letterarie sappiamo che vivevano in piccoli appartamenti in affitto, spesso fatiscenti, oppure in pergulis, cioè in soppalchi ricavati nei retrobottega, oppure, ancora, direttamente nei magazzini e nelle stalle in cui durante il giorno svolgevano la propria attività lavorativa. Gli edifici destinati alla plebe, le insulae (che potremmo oggi chiamare caseggiati ), raggiungevano altezze notevoli ed erano edificati uno addossato all altro per risparmiare materiale nella co- struzione delle pareti. Molte parti erano in legno, non vi era alcun rispetto delle norme igieniche e, soprattutto, erano privi di canne fumarie: tutti elementi che li rendevano soggetti a crolli e a incendi. Un importante esempio di questo tipo di costruzione è stato rinvenuto negli scavi di Ostia Antica. Questa insula detta Caseggiato di Diana (23) per la presenza nel cortile di una terracotta raffigurante la divinità risale al II secolo d.C. ed è costituita da una serie di botteghe al piano terra e da un alzato di due piani, dove erano situate le abitazioni. La latrina e la fontana da cui attingere l acqua erano in comune a tutti i condomini. 211

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Dalla Preistoria al Gotico