Dossier Arte - volume 1 

l opera Atena e Alcioneo, particolare della Gigantomachia sul lato orientale del Grande fregio. Il gigante Alcioneo, alato e con un serpente che lo avvolge nelle sue spire, è afferrato per i capelli da Atena che cerca di trascinarlo via, mentre lui tenta di non perdere il contatto con la Terra Gea, sua madre che gli conferisce invulnerabilità. Gea, che sbuca dal terreno, sembra implorare la salvezza del figlio. Atena, che imbraccia lo scudo con la sinistra, è incoronata da Nike in volo. Sotto il portico, un fregio interno (Piccolo fregio) a bassorilievo, di circa 80 metri di lunghezza per circa 1,5 metri di altezza, narrava le vicende dell eroe locale Telefo, considerato il progenitore della dinastia attalide. Il Grande fregio rappresenta la Gigantomachia (la lotta tra gli dèi e i Giganti), allusione ai conflitti fra Pergameni e Galati, attraverso un linguaggio ricco di pathos e dinamismo, accentuato dal forte chiaroscuro. Nella lotta convulsa, i Giganti (figli di Gea e Urano) affrontano le divinità marine e terrestri (a ovest), quelle della notte e degli astri (a nord) e, infine, quelle del cielo e della luce (a sud). Sul lato principale, quello a est, i Giganti si scontrano con gli dèi olimpici. Nella scena del combattimento tra Atena e il gigante Alcioneo i corpi sono disposti su diagonali fortemente divergenti: la dea afferra per i capelli il colosso, il cui braccio destro è sollevato e bruscamente piegato per afferrare il braccio di Atena, nel tentativo di allentare la sua presa. Alcioneo piega il ginocchio destro verso la terra che l ha generato, e il cui contatto gli garantirebbe l immortalità: tutto il corpo è teso in una diagonale sottolineata dalle grandi e possenti masse dei muscoli in tensione. La testa è rivolta verso l alto e piegata all indietro, mentre la bocca semiaperta e soprattutto gli occhi, ravvicinati e infossati sotto le potenti arcate orbitali, gli conferiscono un espressione di intenso, disperato dolore, accentuato dalla capigliatura scomposta. Poco più a destra, emerge dal profondo la madre degli sconfitti: Gea, la Terra. Anch essa volge al cielo gli occhi e apre il braccio destro in un gesto di drammatica, plateale disperazione. Sopra di lei, la figura alata di Nike vola in un tumulto di piume e di panneggi a incoronare Atena. L indagine dell espressione dei volti e il virtuosismo degli effetti chiaroscurali 158 Auge, madre di Telefo, è rappresentata in alto a destra, sullo sfondo, seduta su una roccia in attesa del proprio destino. I falegnami sono infatti intenti a costruire la barca con la quale sarà crudelmente abbandonata in mezzo al mare. Costruzione della barca di Auge, particolare del Piccolo fregio.

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Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico