Dossier Arte - volume 1 

61. Lisippo, Eros che saggia l elasticità dell arco, copia romana da originale in bronzo (metà del IV secolo a.C. ca.), marmo, h 123 cm. Roma, Musei Capitolini. 62. Lisippo, Eracle a riposo (Ercole Farnese), copia greca da originale in bronzo (seconda metà del IV secolo a.C.), h 317 cm. Napoli, Museo Archeologico Nazionale. eliminare ombra sul fondo da scontornare solo copie di età romana, si allontana ormai completamente dall idealizzazione dei volti di Età Classica, mostrando invece attenzione per la resa fisionomica e psicologica: la folta barba e le rughe sul volto tradiscono l età del filosofo, mentre l espressione tesa e nervosa esprime inquietudine e concentrazione. „ Eros che saggia l elasticità dell arco L originalità nella scelta della posizione della figura è evidente nell Eros che saggia l elasticità dell arco (61), di cui esistono copie romane di un originale bronzeo attribuito alla prima fase della produzione lisippea. Eros è teso, ritratto in una posizione che implica sforzo; l occupazione dello spazio è del tutto nuova. La testa, coperta da riccioli scomposti, testimonia uno studio accurato dei dettagli, documentato da Plinio il Vecchio, che riconosceva a Lisippo la capacità di trasmettere espressività anche attraverso la capigliatura delle proprie sculture. „ Ercole Farnese Uno dei soggetti cui si dedicò più volte lo scultore è Eracle, del quale secondo le fonti realizzò una statua bronzea per la città di Sicione, un altra di dimensioni colossali per Taranto e una, in forma ridotta, da donare ad Alessandro Magno. Di tale produzione resta oggi la copia colossale in marmo (alta 3,17 metri) del cosiddetto Eracle a riposo (62), realizzata dal greco Glykon. Rinvenuta nel 1540 a Roma, nelle Terme di Caracalla, la statua entrò a far parte della collezione dei principi Farnese, per passare infine al Museo Nazionale di Napoli conservando il nome dei nobili collezionisti: oggi infatti è soprattutto nota come Ercole Farnese. L eroe è raffigurato con entrambi i talloni poggiati a terra, mentre tutto il peso sembra abbandonarsi sulla spalla sinistra, appoggiata alla clava parzialmente coperta dall altro attributo tipico dell eroe, la leonté (la pelle del mitico leone nemeo). Tutte le proporzioni delle membra sono alterate in larghezza, per mettere in rilievo la muscolatura sovrumana, probabilmente ancora più accentuata dall autore della copia. Se dalle dimensioni del corpo scaturisce una grande potenza, la testa, per contrasto, è resa più piccola, come sempre in Lisippo, e il volto mostra un espressione pensierosa. Le rughe che solcano la fronte, le forti sopracciglia, gli occhi infossati, lo sguardo rivolto a terra accentuano l impressione di intima tristezza. Il braccio destro è piegato all indietro, in posizione di riposo; la mano, poggiata sul gluteo, stringe ancora i pomi delle Esperidi. Questo particolare rende esplicita la scelta del momento in cui raffigurare il soggetto: non l eroe durante le lotte destinate a essere coronate dal successo, bensì l uomo colto da stanchezza fisica e morale una volta terminata l impresa. Lo studio della muscolatura possente sembra passare dunque in secondo piano rispetto all espressione del momento psicologico, così intenso e umano. 141

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Dalla Preistoria al Gotico