Dossier Arte - volume 1 

   13.  IL ROMANICO >> L’arte romanica

Palermo e il Romanico siciliano

Nel 1072 il re normanno Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo, sottrae agli Arabi la città di Palermo, che dal 948 faceva parte del califfato fatimide. Inizia così la dominazione normanna della Sicilia, durante la quale l'isola conosce una mirabile fioritura artistica.
Nel dicembre del 1184 il geografo arabo Ibn Jubayr, a seguito di un naufragio, approda in Sicilia ed è accolto da Guglielmo II. Nel visitare la corte normanna, l'ospite riconosce in Palermo «una città antica e bella, splendida e graziosa, con sembianze di seduttrice». Il re cristiano, al pari di un sultano musulmano, appare «immerso nelle delizie del principato», circondato da ancelle e concubine. Una sensualità sconosciuta a quei tempi a gran parte dell'Occidente cristiano caratterizza la descrizione di Palermo e del suo re, che nei giardini dei suoi palazzi, con piacevoli intrattenimenti, si aggira tra donne che indossano abiti di seta ricamati d'oro, adorne di gioielli e di veli. Probabilmente questo ambiente raffinato si ritrovava anche nel suggestivo padiglione delle delizie della Cuba (dall'arabo cubba, cupola), ultimo edificio normanno costruito in Sicilia, fatto erigere da Guglielmo II attorno al 1180 (52).
I re normanni favoriscono lo sviluppo di un'architettura che è un connubio di elementi arabi, normanni, bizantini. Grazie anche alla pacifica coesistenza di comunità arabo-islamiche ed ebraiche, Oriente e Occidente si incontrano qui per due secoli, fino al 1195, quando la Sicilia passa agli Svevi. In particolare, si trovano insolite chiese coperte da cupole rosse a bulbo, in contrasto con i volumi cubici che le sostengono, come la Chiesa di San Cataldo (53): l'esterno, decorato da arcate cieche a sesto acuto e da merlature traforate, presenta tratti tipici dell'architettura islamica nordafricana e si contrappone alla spazialità bizantina dell'interno a tre navate (54), vicina a esempi pugliesi.
A Ruggero II si deve la costruzione del Duomo di Cefalù (1131-1267 circa), che doveva essere, nelle intenzioni della famiglia normanna, il mausoleo degli Altavilla, ma che non fu completato secondo i piani originali. La parte absidale (56), la più antica e monumentale, risale al progetto originario e risulta sproporzionata rispetto al più modesto corpo della chiesa. La facciata (55), chiusa tra alte torri, ha l'aspetto di una fortificazione; il transetto e l'abside maggiore presentano un forte slancio verticale e sono decorati dall'elemento arabeggiante degli archetti acuti intrecciati.

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Dalla Preistoria al Gotico