L’architettura romanica in Italia settentrionale

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L’architettura romanica in Italia settentrionale

Il Romanico lombardo

Per la vicinanza geografica e i contatti con la Francia, la Lombardia è fra le prime regioni ad assimilare i nuovi linguaggi stilistici dell’Europa romanica, rielaborandoli e ripresentandoli in forme innovative. Le caratteristiche architettoniche più evidenti sono la facciata a salienti, le arcatelle e le loggette esterne, che dalla Lombardia si diffonderanno prima in Emilia e poi anche in altre regioni italiane.

Basilica di Sant'Ambrogio a Milano

Ricostruita attorno al 1098 sulle fondamenta di una chiesa paleocristiana, la Basilica di Sant’Ambrogio, a Milano, è l’edificio più rappresentativo del Romanico lombardo. La sua principale caratteristica è il vasto quadriportico di origine paleocristiana (28). Si tratta di un cortile con un porticato che si sviluppa su tutti e quattro i lati, concepito in modo tale che i lati lunghi costituiscano una sorta di prolungamento ideale delle navate laterali interne all’edificio. La struttura ha anche un significato simbolico e spirituale, poiché permette al fedele un percorso, seppur breve, di meditazione, preghiera e purificazione, prima di giungere all’interno della chiesa. Entrando in questo spazio si scorgono in fondo le grandi arcate del nartece (25), disposte su due piani e addossate alla facciata con tetto a capanna; la larghezza complessiva delle tre arcate corrisponde, all’interno, a quella della navata centrale.
La chiesa ha una pianta rettangolare e ha, se si escludono le absidi, la medesima lunghezza e ampiezza del quadriportico (27). L’interno (26), a tre navate, presenta tre absidi semicilindriche e una cupola ottagonale in corrispondenza del presbiterio, racchiusa da un tiburio della medesima forma. La navata centrale, come accade di frequente nel Romanico italiano, è larga il doppio di quelle laterali, ed è suddivisa in quattro campate quadrate. Le navate laterali sono spartite in senso longitudinale da archi a tutto sesto. Compare qui, esempio precoce in Italia, la volta a crociera costolonata. Il rivestimento interno si caratterizza per l’impiego del mattone, che col suo colore rosso crea un magnifico effetto visivo, combinandosi per contrasto con la muratura intonacata di bianco.

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Basilica di San Michele Maggiore a Pavia

Le innovazioni architettoniche di Sant’Ambrogio costituiscono un modello fondamentale per numerose chiese lombarde e poi emiliane: la Basilica di San Michele Maggiore a Pavia (29), costruita entro la prima metà del XII secolo in sostituzione di una chiesa longobarda, ne è l’esempio meglio conservato. La facciata a capanna del tipo "a vento" (cioè più alta del tetto della navata centrale) riprende lo schema di quella di Sant’Ambrogio, anche se l’accento sullo sviluppo verticale è maggiore, sottolineato anche dai semipilastri che segnalano all’esterno l’andamento della divisione interna in navate. Nella parte più alta della facciata corre una galleria inclinata, che segue gli spioventi del tetto, con archi sostenuti da sottili colonne: un motivo destinato a grande successo in tutta la Pianura Padana. Anche il resto della facciata risulta "traforato" da una serie di aperture: due grandi oculi, tre finestre e cinque bifore, con elegante alternanza dei motivi. Nella parte inferiore, ai lati dei tre portali, corrono numerosi bassorilievi in arenaria oggi molto deteriorati, esempio precoce di una scultura perfettamente integrata con l’architettura della facciata.

Basilica di Sant'Abbondio a Como

Un edificio molto diverso dai precedenti è la Basilica di Sant’Abbondio a Como, consacrata nel 1095. La struttura e l’impiego di elementi insoliti per la Penisola italiana suggeriscono l’esistenza di stretti rapporti non solo con la Francia, ma anche con la Germania, dato che molte caratteristiche derivano dalla contemporanea Cattedrale di Spira. L’interno (30) è a cinque navate, tutte rischiarate da luminose finestre: le navate minori sono spartite da colonne, mentre la navata centrale è caratterizzata da alti pilastri cilindrici. L’interno presenta una copertura lignea a capriate, ma nell’abside, come a Sant’Ambrogio, compaiono le volte a crociera costolonate. A lato dell’abside maggiore vi sono quattro absidi minori, ricavate, come a Spira, dallo spessore del muro e invisibili dall’esterno. Il dettaglio più evidente che avvicina la Basilica di Como alla chiesa tedesca sono comunque le due alte torri a fianco del coro (31).

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico