SCIENZA & TECNOLOGIA 

LHC: UN GIGANTE PER STUDIARE LA STRUTTURA DELLA MATERIA

Un tempo si pensava che la parte più piccola di materia fosse l’atomo, oggi sappiamo invece che nemmeno le particelle subatomiche sono gli ultimi, indivisibili “mattoncini” con cui è costruito l’intero Universo, ma che sono a loro volta formati da altre particelle.
I progressi fatti dalla fisica nel XX secolo hanno condotto alla formulazione di una teoria generale chiamata “modello standard”. Secondo questa teoria la materia è costituita da 12 tipi diversi di mattoni: le particelle fondamentali. Forse ne avrai sentita citare qualcuna: hanno nomi come “neutrino” oppure “muone”. Il “modello standard” funziona bene nella spiegazione e nella previsione di una grande quantità di fenomeni che si verificano nel cuore della materia e nella vastità dello spazio, ma non di tutti.
Studiare le particelle fondamentali della materia non è semplice; alcune di esse sono difficilissime da osservare non tanto perché hanno dimensioni infinitesime, quanto perché la loro vita è brevissima. Di solito vengono “previste” in base a calcoli teorici prima ancora di essere osservate, ma bisogna verificare che esistano davvero. Il modo migliore per osservare una particella elementare è “produrla” e a questo servono gli acceleratori di particelle: macchine complesse nelle quali particelle elettricamente cariche a cui è stata impressa una fortissima accelerazione vengono fatte scontrare tra loro o contro dei bersagli; lo scontro produce altri tipi di particelle con emissione di energia e queste “tracce” danno modo di conoscere meglio la struttura della materia.
Il più potente acceleratore di particelle mai realizzato si chiama LHC, Large Hadron Collider, cioè “grande collisore di adroni”; gli adroni sono particelle subatomiche (ma non sono una delle 12 particelle fondamentali). È una macchina enorme, che occupa un tunnel circolare lungo 27 km posto circa 100 m sotto il suolo. È uno degli acceleratori di particelle del Cern, il Centro europeo per la ricerca nucleare, che si trova in Svizzera, a Ginevra. L’LHC è un ciclotrone, cioè un acceleratore di particelle di forma circolare. Due fasci di particelle atomiche vengono iniettate in un tubo ad anello, nel quale è stato praticato il vuoto quasi assoluto, e qui vengono mantenute su orbite quasi perfettamente circolari, guadagnando energia a ogni giro compiuto. La velocità che può essere raggiunta dalle particelle nell’LHC è il 99,9% della velocità della luce. Per farli scontrare, i due fasci di particelle sono fatti muovere nel verso opposto.
L’idea è quella di ricreare le condizioni immediatamente successive al Big Bang, l’evento che avrebbe dato origine all’Universo. Ciò che si è cercato a lungo di ottenere, e si è finalmente osservato per la prima volta nel 2012, è il bosone di Higgs, una particella la cui esistenza spiega come ha avuto origine la massa delle particelle fondamentali ed è coerente con il modello standard.

Scienze evviva! - volume A
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