L’ATTRITO
Secondo il principio d’inerzia, un corpo in moto rettilineo uniforme continua a muoversi a velocità costante fino a che un’altra forza non interviene a modificare il suo stato, cambiandone velocità o direzione, oppure fermandolo. Come mai, allora, se un ciclista smette di pedalare ben presto si ritrova fermo? E perché una palla che è stata calciata non continua a rotolare?
Questo succede perché entra in campo l’attrito, una forza dovuta alla frizione, cioè
allo sfregamento, sia tra le superfici di contatto dei corpi, sia tra loro e il fluido (gas
o liquido) in cui si stanno muovendo. Le ruote della bicicletta sfregano sul terreno, e contemporaneamente la bicicletta e il ciclista sono a contatto con l’aria (3); allo stesso modo la palla è frenata dalla superficie su cui rotola e dall’aria.
Le forze di attrito hanno sempre la stessa direzione del moto del corpo ma verso opposto, e perciò lo frenano.
Sulla Terra l’attrito è sempre presente: è per questo che raramente osserviamo moti uniformi. Perché avvenga un tale moto, infatti, è necessario che una o più forze vincano costantemente l’attrito. Diversa è la situazione nel vuoto, dove l’attrito non esiste e l’inerzia non viene contrastata. Nell’Universo tutti i corpi celesti si muovono a velocità costante per inerzia, quindi il loro moto sarebbe rettilineo, se non intervenissero altre forze che ne modificano la traiettoria.