altramenti.154 Il gentile155 uomo, fatto secondo che il marchese il pregava,156 entrato in
cammino dopo alquanti dì con la fanciulla e col fratello e con nobile compagnia
in su l'ora del desinare giunse a Sanluzzo, dove tutti i paesani e molti altri vicini
225 da torno trovò che attendevan questa novella sposa di Gualtieri. La quale dalle
donne ricevuta e nella sala dove erano messe le tavole venuta, Griselda, così
come era, le si fece lietamente incontro dicendo: «Ben venga la mia donna.»157
Le donne, che molto avevano, ma invano, pregato Gualtieri che o facesse che la
Griselda si stesse in una camera o che egli alcuna delle robe che sue erano state le
230 prestasse, acciò che così158 non andasse davanti a' suoi forestieri,159 furon messe
a tavola e cominciate a servire. La fanciulla era guardata da ogn'uomo, e ciascun
diceva che Gualtieri aveva fatto buon cambio; ma intra gli altri Griselda la lodava
molto, e lei e il suo fratellino.
Gualtieri, al qual pareva pienamente aver veduto quantunque160 disiderava
235 della pazienza della sua donna, veggendo che di niente161 la novità delle cose162 la
cambiava e essendo certo ciò per mentecattaggine163 non avvenire, per ciò che164
savia molto la conoscea, gli parve tempo di doverla trarre dell'amaritudine165 la
quale stimava che ella sotto il forte viso nascosa tenesse; per che,166 fattalasi venire,
in presenzia d'ogn'uomo sorridendo le disse: «Che ti par della nostra sposa?»
240 «Signor mio», rispose Griselda «a me ne par molto bene; e se così è savia
come ella è bella, che 'l credo, io non dubito punto che voi non dobbiate con lei
vivere il più consolato signor del mondo; ma quanto posso vi priego che quelle
punture,167 le quali all'altra,168 che vostra fu, già deste, non diate a questa, ché
appena che io creda che ella le potesse sostenere,169 sì perché più giovane è e sì
245 ancora perché in dilicatezze è allevata,170 ove colei in continue fatiche da
piccolina era stata.»
Gualtieri, veggendo che ella fermamente credeva costei dovere esser sua
moglie, né per ciò in alcuna cosa men che ben parlava, la si fece sedere allato e
disse: «Griselda, tempo è omai che tu senta frutto della tua lunga pazienzia, e
250 che coloro li quali me hanno reputato crudele e iniquo e bestiale171 conoscano
che ciò che io faceva a antiveduto fine operava,172 volendoti insegnar d'esser
moglie e a loro di saperla tenere, e a me partorire perpetua quiete mentre teco
a vivere avessi: il che, quando venni a prender moglie, gran paura ebbi che non
m'intervenisse,173 e per ciò, per prova pigliarne,174 in quanti modi tu sai ti punsi
255 e trafissi. E però che175 io mai non mi sono accorto che in parola né in fatto dal
mio piacere partita ti sii,176 parendo a me aver di te quella consolazione177 che io