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Come si trovò Boccaccio tornando a Firenze? L'ambiente fiorentino, rispetto a quello napoletano, è molto più angusto, meno vivace; la città è più piccola, dilaniata da lotte interne, lontana dalla grandiosità della corte angioina. Se Napoli aveva rappresentato il luogo dei piaceri e degli amori giovanili, Firenze assurge a simbolo di un richiamo alla realtà, al dovere e all'impegno dell'età matura. Scrive l'autore all'amico Niccolò Acciaiuoli nel 1341: «Dell'esser mio in Firenze contra piacere [contro voglia] niente vi scrivo, però che [poiché] piuttosto con lacrime che con inchiostro sarebbe da dimostrare». Insomma, nella casa paterna cresce la noia, ma Boccaccio trova conforto nell'attività letteraria.