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Dante incontra alcune donne che con franchezza e concretezza gli chiedono quale sia lo scopo del suo amore per Beatrice, visto che il poeta non sembra in grado di sostenere la presenza della giovane. Pare quasi che lo canzonino (Dilloci, ché certo lo fine di cotale amore conviene che sia novissimo, rr. 12-13), ma Dante accetta la sollecitazione e risponde loro che il fine – cioè la piena realizzazione del suo amore, e dunque anche la sua felicità – sono quelle parole che lodano la donna mia (rr. 23-24), ovverosia la poesia stessa. Di conseguenza comprende che non sarà più il caso, nei versi che d’ora in poi scriverà, di soffermarsi sulla sua condizione di amante (magari lamentandosi, come aveva fatto in precedenza, per la mancanza del saluto dell’amata), ma che sarà più opportuno concentrare tutta l’attenzione proprio sulla lode di Beatrice.