L'arte verso i nostri giorni

L’ARTE VERSO I NOSTRI GIORNI

ARTE CONCETTUALE

L’Arte concettuale, che si sviluppa tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta del Novecento, elimina i manufatti artistici tridimensionali per riflettere unicamente sui significati delle cose e delle azioni, sui “concetti” che stanno alla base della realtà e dell’esistenza umana. Gli artisti di questo movimento non scolpiscono né dipingono, ma si esprimono utilizzando fotografie, video, luci al neon e testi scritti su grandi tele bianche o direttamente sui muri dei musei.

IMMAGINE, PRESENZA, PAROLA

In quest’opera l’artista americano Joseph Kosuth riflette sul rapporto tra realtà e apparenza: per rappresentare l’idea di una sedia, l’autore si affida a una fotografia dell’oggetto, alla sedia stessa realizzata in legno, e alla definizione data dal dizionario. In questo modo l’Arte concettuale rende immediatamente percepibile l’essenza della sedia attraverso la sua immagine, la sua presenza fisica e la parola con cui a essa ci si riferisce nel linguaggio corrente.

NOUVEAU RÉALISME

Nel 1960, in un appartamento parigino, alcuni artisti fondano il movimento del Nouveau Réalisme, che vuole fissare nell’opera d’arte momenti e immagini della vita quotidiana. Alcuni creano opere rimontando manifesti pubblicitari, altri comprimono rottami di automobili, altri ancora riducono in pezzi oggetti della realtà per poi ricomporli meticolosamente su tele o pannelli.

LA TRAPPOLA DELLA REALTÀ

Spoerri “blocca” gli attimi del presente incollando resti di pasti sulla tela. In questo modo gli avanzi della tavola destinati alla spazzatura e le stoviglie usate che andrebbero lavate diventano opera d’arte e rappresentano un’immagine e un ricordo della realtà quotidiana.

ARTE POVERA

La cosiddetta Arte povera nasce in Italia, tra Torino e Genova, alla fine degli anni Sessanta del Novecento. Gli artisti che fanno parte di questo movimento utilizzano materiali economici come cartone, gesso, stracci e pezzi di legno o metallo, spesso riciclati; con questi elementi realizzano opere minimali, che rifiutano gli aspetti preziosi e raffinati dell’espressione artistica e utilizzano invece segni e forme comuni ed elementari. L’intento è contestare la società contemporanea per riportare l’uomo alla semplicità delle sue origini, ricreando un rapporto con l’ambiente e trasmettendo sensazioni dirette e immediate.

UNA VENERE STRACCIONA

In quest’opera la riproduzione di una Venere classica è rivolta verso un cumulo di stracci; il forte contrasto tra l’equilibrata eleganza della statua e il disordine della montagna di vecchi indumenti induce a riflettere sulle contraddizioni della società contemporanea.

POSTMODERNO

La definizione di “postmoderno” non si riferisce a un movimento artistico unitario, nato in un preciso momento, ma a una serie di tendenze che si manifestano tra gli Stati Uniti d’America e l’Europa tra la fine degli anni Sessanta fino a tutti gli anni Ottanta del Novecento. Interessano soprattutto l’architettura, ma anche l’arte, l’arredamento, il design e la moda. Il postmoderno rifiuta il rigore dell’architettura razionalista, basata su forme pure e squadrate, in favore di una maggiore libertà compositiva e decorativa, che recupera e mescola in maniera eclettica elementi dell’antichità e del Rinascimento.

L’ANTICO E IL MODERNO: UNA NUOVA AMICIZIA

Questa piazza è considerata un manifesto del postmoderno. Archi e colonne, capitelli, fregi e cornici ispirati all’architettura antica convivono con elementi decorativi del tutto fantasiosi, in una mescolanza di materiali tradizionali, come la pietra, o moderni come il cemento tinteggiato con colori brillanti.

LAND ART

La Land Art (letteralmente “arte della terra”) nasce negli Stati Uniti negli anni Sessanta. L’obiettivo è lavorare “con” e “dentro” la natura, riscoprendo una delle prerogative basilari dell’essere umano: interagire con l’ambiente, senza interventi violenti o azioni di sopraffazione, ma con estremo rispetto per il contesto naturale. Spesso si tratta di opere destinate a durare un tempo limitato, in quanto impiegano materiali come sabbia, sassi, canne, foglie o fiori; per questo, la memoria dei lavori della Land Art è affidata a schizzi di studio, fotografie e filmati. L’intervento dell’artista può essere di piccole dimensioni, oppure espandersi su aree vaste, modificando fortemente la percezione di spiagge, colline o boschi.

DISEGNARE SULL’ACQUA

Utilizzando rocce di basalto nero e terra appartenente al luogo, Smithson ha creato una spirale lunga 457 metri e larga 45, che si sviluppa in senso antiorario. Creata in un momento in cui il lago era basso, oggi l’opera non è più visibile perché sommersa dall’acqua. Splendide fotografie documentano la poesia di quest’opera, quasi un’ideale pennellata sulla superficie lacustre.

SITE-SPECIFIC ART

Questo movimento, nato negli anni Sessanta del Novecento, mette al primo posto la riflessione sull’ambiente in cui l’opera d’arte deve collocarsi: l’espressione Site-specific Art è traducibile letteralmente come “arte per un luogo specifico”. Fondamentali sono le caratteristiche del luogo: il tipo di spazio (costruito o naturale), le condizioni dell’illuminazione e le qualità climatiche.

SCULTURE NEL PAESAGGIO

Nella campagna toscana, celebre per la regolarità delle sue coltivazioni, l’artista polacca ha disposto in modo altrettanto ordinato 33 “figure” di bronzo: viste da dietro sembrano tutte uguali ma, se osservate attentamente, appaiono una diversa dall’altra. È come se l’artista invitasse l’osservatore a camminare lentamente e a contemplare con calma questa schiera silenziosa e affascinante.

VIDEO ART

La Video Art utilizza strumenti di video-ripresa (come le video camere) e mette in relazione immagini e suoni. È un movimento complesso e vario; inoltre, utilizzando strumenti tecnologici che hanno conosciuto negli ultimi trent’anni una rapidissima evoluzione, si è a sua volta profondamente trasformato: oggi, infatti, si parla anche di Arte digitale per indicare forme espressive realizzate con il computer.
Il padre della Video Art è l’artista coreano Nam June Paik, che ha iniziato combinando effetti visivi e sonori, portando all’interno delle sue opere immagini della vita contemporanea, messaggi commerciali e spezzoni inematografici.

SUONI, COLORI, IMMAGINI

Quest’opera è legata alla “scoperta” che Paik fece delle autostrade americane quando per la prima volta giunse negli Stati Uniti. I neon colorati richiamano le insegne di motel e ristoranti; gli schermi trasmettono spezzoni dal Mago di Oz. Il messaggio di Paik è che l’autostrada è uno strumento che mette in comunicazione, ma che a volte rende banale il viaggio. A Paik si deve l’espressione, tanto usata oggi, di “autostrada elettronica” per designare il ruolo di internet.

PERFORMANCE

Si tratta di una forma d’arte creata e comunicata dall’artista con il corpo, attraverso pose statiche ma anche attività e movimenti (sia pianificati sia spontanei), spesso progettati come interazione con il pubblico. La manifestazione artistica coincide quindi con l’atto del corpo e con lo svolgersi della scena, e avviene in un intervallo di tempo ben determinato, più o meno ampio. Il coinvolgimento del pubblico, che è un aspetto fondamentale della performance, può essere istintivo e non preordinato, oppure guidato dall’artista.
La teatralità di questa forma d’arte e le forti emozioni che è in grado di suscitare rappresentano spesso uno stimolo per riflettere sui problemi dell’uomo e della società.

GUARDANDO L’ARTISTA NEGLI OCCHI

L’artista montenegrina è rimasta seduta immobile a un tavolo nell’atrio del Museum of Modern Art di New York per 736 ore e 30 minuti (7 ore al giorno). Circa 1400 persone si sono sedute di fronte a lei e hanno interagito con lei. Fra queste, un’altra performance artist, Anya Liftig: si è presentata vestita e pettinata allo stesso modo del suo idolo, Marina Abramovicˇ, rimanendo immobile per oltre 6 ore.

Artedossier in classe
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