Canaletto nasce in una famiglia di artisti: il padre dipinge scenografie teatrali, e inizialmente anche lui entra nell’ambiente. A Roma, però, conosce alcuni pittori di vedute e cambia “specialità”. Negli anni Venti del Settecento Canaletto è già un vedutista affermato, ha clienti e richieste dall’Italia e dall’estero, soprattutto dall’Inghilterra.
Venezia è un soggetto formidabile: la sua struttura urbana unica al mondo rende le vedute della città richiestissime. E Canaletto è il principale artefice della fortuna di Venezia. Le sue vedute sono limpide, eseguite con colori chiari, perfette nella resa della prospettiva e nella fedeltà alla realtà; la sua capacità di cogliere ogni minima variazione di luce gli consente di riprodurre con precisione l’atmosfera della città.
Dipinge spesso dal vivo, cioè direttamente sul luogo, abitudine che in Italia non era ancora molto diffusa, perché si preferiva fare rapidi schizzi e poi lavorare in studio. E per conferire maggiore esattezza all’immagine, con uno spirito illuministico di fiducia nella tecnica, Canaletto non esita a ricorrere alla camera ottica.
VEDUTE REALI
Canaletto preferisce soggetti reali, raramente dipinge “capricci”, cioè paesaggi con elementi di fantasia; in genere riproduce canali, strade, palazzi di Venezia così come sono in un giorno qualunque, oppure in giornate speciali, di festa, animati da folle di persone e imbarcazioni. Il suo scopo è il realismo “fotografico” della rappresentazione, ma le sue opere sono anche una testimonianza preziosa e poetica della vita quotidiana dei suoi concittadini.