Il Paleolitico copre un periodo molto esteso della vita dell’uomo sulla Terra, da circa 2,5 milioni di anni fa a circa 10.000 anni fa.
Le prime sculture in pietra o osso e le prime pitture e incisioni rupestri appaiono però solo alla fine del Paleolitico, a partire da 35.000 anni fa, e sono attribuite all’Homo sapiens, la specie umana alla quale anche noi apparteniamo. Per la maggior parte sono state rinvenute in grotte dell’Europa occidentale, soprattutto in Spagna e Francia, e in misura minore in Italia. Le pareti di queste grotte appaiono dipinte o incise soprattutto con figure di animali, oggetto di caccia a scopo di nutrimento, forse nella speranza, come si è visto, di favorire una caccia fruttuosa. Si tratta in alcuni casi di lavori “collettivi”, opera di generazioni di uomini che in epoche diverse hanno aggiunto i propri disegni a quelli già esistenti. Per le pitture gli uomini preistorici utilizzavano terre colorate e grassi animali.
IL PRIMO VOLTO
La cosiddetta Venere di Brassempouy, o Dama col cappuccio, è la più antica raffigurazione di un volto umano giunta fino a noi. Fu ritrovata alla fine dell’Ottocento in una grotta vicino al paesino di Brassempouy, nella Francia meridionale. È una piccola testa scolpita nell’avorio, dai caratteri insieme realistici e stilizzati, con naso e sopracciglia fortemente evidenziati ma senza alcuna traccia di bocca. La capigliatura (o, forse, il copricapo) è resa con un’incisione schematica quadrettata.