Il cubismo maturo

Il cubismo maturo

Picasso e Braque sperimentano insieme la “frantumazione” e la ricomposizione della realtà nelle nuove forme cubiste

Dal 1904 Picasso (a destra in una fotografia di quegli anni) lavora a Parigi in un atelier del quartiere di Montmartre, nel famoso Bateau Lavoir, un vasto cortile interno con tanti studi presi in affitto dagli artisti più innovativi (quelli che oggi definiamo appartenenti alle “avanguardie storiche”). Nel 1908 stringe amicizia con Georges Braque (1882-1963) che come lui era rimasto impressionato dalla retrospettiva su Cézanne organizzata dal Salon nel 1907, un anno dopo la morte dell’artista. Nelle opere del grande maestro, che per la prima volta era possibile ammirare tutte assieme, entrambi intravedevano la possibilità di un rinnovamento radicale della loro arte. La genialità e il temperamento irrequieto di Picasso e il più equilibrato talento di Braque si uniscono così in quegli anni nello sforzo di dare all’arte significati e valori nuovi. I due giovani sperimentano insieme un tipo di pittura che ormai a tutti gli effetti può dirsi cubista: nei loro quadri moltiplicano i punti di vista, quasi invitando lo spettatore a farsi consapevole della complessità della visione e sfidandolo a ricomporre le figure frammentate e distribuite sulla tela. Il loro sodalizio artistico, che si interromperà con la guerra, è l’episodio più notevole dell’arte parigina di quegli anni.

I paesaggi geometrici di Braque

Tra il 1907 e il 1908 Braque è tra i primi, a Parigi, a reinterpretare il paesaggio sull’esempio di Cézanne (ricordi La montagna Sainte-Victoire? La trovi a pagina 373).
In questo dipinto, che risale al soggiorno di Braque nel villaggio di L’Estaque, nel Sud della Francia tanto amato anche da Cézanne, paesaggi e figure assumono un aspetto grandioso e severo, con una gamma di colori limitata. Ogni elemento è semplificato in forme geometriche. È in questo periodo che Braque diventa amico di Picasso; nella pagina accanto puoi vedere gli esperimenti cubisti più maturi dei due artisti.

Frammenti di realtà

Picasso e Braque affrontano una serie di temi ricorrenti: nature morte, strumenti musicali e, nel caso di Picasso, anche la figura umana.
Le immagini sono rappresentate contemporaneamente di fronte, di profilo e dall’interno; i piani della composizione si moltiplicano e si sovrappongono. In questa fase il colore non ha un ruolo determinante e i toni sono pochi, in prevalenza variazioni di bruni.
La luce, uniforme e diffusa, ha il solo scopo di evidenziare il disegno al quale il colore dà consistenza. I caratteri alfabetici applicati sulla superficie del quadro, talvolta collage veri e propri fatti con pezzi di giornale, etichette di liquori, stoffe, frammenti di vetro, miscugli di sabbia, servono a riportare brani di realtà viva nel contesto di composizioni in apparenza senza agganci con la realtà.

CONFRONTI

Due ovali molto simili, uno di Braque, l’altro di Picasso, testimoniano la ricerca comune di quegli anni. La presenza di inserti di giornale (nel quadro di Braque), di scritte (come il nastro in basso che dà il titolo all’opera di Picasso) e di etichette, rievoca l’idea degli oggetti e delle figure amplificando, come dirà Braque, «echi lontani» della vita quotidiana.


Georges Braque, Tavolino-piedistallo, autunno 1913, olio su tela. Ginevra, Collezione Heinz Berggruen.


Pablo Picasso, Souvenir di Le Havre, maggio 1912, olio su tela. Collezione privata.

 

Arte Attiva 
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