Confronti: Le avanguardie e l’arte primitiva

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Le avanguardie e l’arte primitiva

La potenza espressiva delle figure africane e le loro forme semplici e lineari influenzano non solo il giovane Picasso e il suo amico Matisse, ma anche molti altri artisti delle avanguardie storiche.
Amedeo Modigliani (1884-1920), livornese trapiantato a Parigi (vedi a pagina 430), è fra i primi artisti del Novecento a guardare con interesse all’arte africana, mescolando queste suggestioni con quelle di altre culture “esotiche”, come le statuette votive egizie o le korai e le cariatidi greche (vedi alle pagine 55 e 59).
Modigliani dipinge o scolpisce le sue cariatidi in piedi o in ginocchio, mentre alzano le braccia in alto: anche se lo stile è ispirato alle sculture della Grecia arcaica anziché a quelle dell’Età di Pericle dell’Eretteo, Modigliani pare voler sottolineare che la funzione è sempre la stessa: quella di sorreggere un architrave.

L’ondulazione stilizzata dei capelli rievoca le tipiche capigliature africane.
La vita e i fianchi sono sottolineati da una decorazione che allude ai monili in uso nelle tribù africane.
La parte inferiore del corpo e le braccia si ispirano nella loro rotondità alle forme africane, mentre il busto stilizzato e geometrico sembra richiamarsi all’arte greca arcaica.

Gli artisti delle avanguardie reputavano “arte primitiva” non solo quella “nera” dell’Africa, ma anche quella del Medioevo, senza per questo considerare, né l’una né l’altra, in senso dispregiativo. Anzi.
Paul Gauguin, per esempio, negli ultimi anni del suo soggiorno in Polinesia mescola le suggestioni delle leg­gende tahitiane sugli spiriti maligni con le forme essenziali e molto espressive dell’immaginario medievale: lo puoi vedere confrontando questo suo dipinto di una tahitiana spaventata dai fantasmi con la figura di Eva del grande scultore romanico Wiligelmo.

La Testa d’uccello di Max Ernst (1891-1976), scultore surrealista di origine tedesca, colpisce per la forma squadrata del volto dalla cui fronte spiccano gli occhi sporgenti e il becco pronunciato di un volatile. L'opera deriva da una maschera dei Tusyan, come quella qui riprodotta.

Arte Attiva 
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