Le novità della pittura inglese

Le novità della pittura inglese

Con i paesaggi di Turner e Constable e la Confraternita dei Preraffaelliti soffia un vento nuovo nella pittura inglese

La pittura di paesaggio inglese viene profondamente rinnovata da due grandi artisti, William Turner e John Constable. Sempre in Inghilterra si afferma alla metà del secolo una nuova generazione di pittori, raggruppati nella Confraternita dei Preraffaelliti.
Si tratta di un movimento artistico, fondato nel 1848, che vede riuniti artisti come William Hunt, William Morris, Dante Gabriel Rossetti e John Everett Millais e che, come suggerisce il nome del gruppo, prende a modello l’arte medievale precedente a Raffaello, rivalutando anche il mito della bottega artistica, cioè di un atelier in cui si sperimentano tutte le arti.

Un paesaggio di luce e colori

William Turner, nato a Londra nel 1775 e attivo nella sua città fino alla morte, avvenuta nel 1851, è insieme a Constable il grande rinnovatore della pittura di paesaggio in Inghilterra. La sua pennellata fluida, che rende perfino la trasparenza dell’aria, avrà per tutto il secolo un’enorme influenza sui paesaggisti, e non solo su quelli inglesi. Nei suoi acquerelli le forme sembrano disfarsi, la pittura è fatta solo di colore, con un effetto sorprendente e quasi astratto che ci appare frutto dell’immaginazione piuttosto che di un’osservazione reale.


In cielo, le nuvole

John Constable nasce nel Suffolk nel 1776 e vive e lavora a Londra fino al 1837, ritraendo dal vero la campagna inglese in differenti situazioni di luce. Il cielo, in particolare, è uno dei temi prediletti dei suoi studi all’aria aperta, fino a diventare in alcune opere il soggetto stesso del dipinto: Constable riesce a renderne le variazioni cromatiche e meteorologiche con mirabili dettagli naturalistici, come le nuvole.


Bellezza e simbolo

La pittura dei Preraffaelliti privilegia inizialmente favole antiche o soggetti religiosi, come La bottega del falegname di Millais, che nella precisione e nitidezza dei particolari raffigurati nascondono un ricercato simbolismo. Presto però la loro pittura si tramuta più genericamente nel culto del “bello”, comune a tutta la pittura europea, cioè nella ricerca della bellezza fine a se stessa. La puntigliosa raffigurazione dei dettagli già risente dell’influenza della fotografia (vedi a pagina 357) come strumento di analisi della realtà, e quasi certamente Dante Gabriel Rossetti si è ispirato allo sfocato fotografico nel rendere l’effetto di luce irradiante dalla figura di Beatrice in “Beata Beatrix”.


Arte Attiva 
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