Delacroix e Géricault

Delacroix e Géricault

La storia contemporanea e la condizione umana nelle tele dei due grandi pittori romantici

I grandi sconvolgimenti politici dell’età romantica e il conseguente clima di incertezza inducono gli artisti a rappresentare con passione i drammi individuali o collettivi dell’epoca. È il caso di due pittori francesi, che furono anche amici tra loro: Eugène Delacroix e Théodore Géricault. Delacroix, nato a Charenton-Saint-Maurice nel 1798, dipinge quadri ispirati a episodi di storia e raggiunge la fama con il Massacro di Scio (vedi a pagina 331). Amico di scrittori e poeti, viaggia in Spagna e Marocco, in Belgio e Germania, e muore a Parigi nel 1864. Géricault, nato a Rouen nel 1791, studia a Roma fra il 1816 e il 1817, dove ammira le opere di Michelangelo e Caravaggio. Tornato a Parigi, dipinge nel 1819 La zattera della Medusa, oggi considerata un capolavoro per la realistica raffigurazione di una tragedia che coinvolge gente comune, ma all’epoca criticata proprio per questo. Géricault muore a Parigi a soli trentatré anni, nel 1824.

I volti del disagio

Géricault dipinge per un amico medico una serie di volti di uomini e donne affetti da nevrosi, ritratti nel terribile manicomio della Salpetrière a Parigi. Le tele, che mostrano un’inquadratura molto ravvicinata, si caratterizzano per i forti contrasti di colore, come nel ritratto di Uomo squilibrato, dove il bianco del colletto e della cravatta spicca dai toni scuri della composizione facendo risaltare ancora di più il viso emaciato e lo sguardo perso dell’uomo. Con questi intensi ritratti Géricault conduce un’osservazione acuta e dolorosa sul disagio della condizione umana.


Un viaggio infernale

Delacroix, che aveva posato per Géricault nella Zattera della Medusa, ha ben presente l’opera dell’amico quando dipinge Dante e Virgilio all’Inferno, su un’imbarcazione circondata da dannati: la luce livida evidenzia la monumentalità michelangiolesca dei corpi, rappresentati con una pennellata sciolta che ricorda Rubens. Come puoi notare, non c’è differenza tra un dramma attuale, “moderno” come quello del naufragio del Medusa e quello letterario dell’Inferno dantesco. Géricault e l’amico Delacroix sottolineano che il dramma è senza tempo.


Arte Attiva 
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