Velázquez alla corte spagnola

Velázquez alla corte spagnola

Con uno studiato gioco di colori, l’artista racconta i protagonisti del suo tempo

Alla corte spagnola degli Asburgo, che vive un clima di decadenza dopo i grandi fasti del Cinquecento, lavora nella prima metà del Seicento un pittore straordinario: Diego Velázquez (1599-1660). La sua convocazione alla corte di Madrid si deve al duca di Olivares, ministro delle finanze, del quale l’artista dipinge il primo ritratto nel 1622; un anno dopo, a ventiquattro anni, il giovane pittore entra al servizio del re. Lo studio delle prestigiose collezioni di pittura degli Asburgo gli permette di perfezionare la propria cultura artistica e di approfondire la sua passione per Tiziano. Con le sue geniali capacità Velázquez dà vita a una pittura così moderna da superare le aspettative del tempo. Nonostante le onorificenze prestigiose, preferisce sempre considerarsi un “cortigiano che dipinge” piuttosto che un pittore di corte. I suoi dipinti rappresentano con sensibilità la cronaca del tempo, e si caratterizzano per netti contrasti di luce e di colori, resi da una pennellata sciolta e veloce.

Una Venere di spalle

In uno dei suoi soggiorni in Italia Velázquez ritrae con una modernità senza precedenti una donna nuda di schiena, il cui volto si riflette nello specchio retto da Cupido. È l’unico nudo attribuibile al grande pittore spagnolo: le carni chiare del corpo perfetto spiccano sul drappo di seta blu lucente, poggiato sul lenzuolo bianco perlaceo, cui fa da contrapposto la tenda rossa del fondo, in un netto contrasto di colori che sottolinea le diverse qualità della materia. Velázquez mostra di aver studiato Tiziano, come appare dal confronto con la Venere di Urbino (vedi alle pagine 248-249), ma la sua pennellata è più lieve e delicata. Inoltre, la tela di Tiziano offre all’occhio molti dettagli su cui perdersi, mentre quella dipinta da Velázquez punta soprattutto sul gioco dei colori.


Arte Attiva 
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