La serpentina di Michelangelo

La serpentina di Michelangelo

Pose e figure “anticlassiche”: Michelangelo inventa la “maniera moderna”

Mentre si trovava a Firenze, il giovane Michelangelo, già agli inizi del Cinquecento, aveva iniziato un bellissimo dipinto su tavola, purtroppo rimasto incompiuto. L’opera raffigura il Seppellimento di Cristo, illustrato sotto. Già in questo lavoro l’artista mostra alcune soluzioni particolarmente innovative: il corpo di Cristo, centrale, appare come arcuato in una posa che rassomiglia alla lettera “esse”. Le altre figure che lo affiancano sono disegnate secondo linee opposte e divergenti, in una composizione di grande equilibrio geometrico. Ma ciò che colpisce dal vivo è soprattutto il fondale, straordinariamente luminoso, con il cielo di un azzurro intenso e ricco di trasparenze. Sulla destra, la strana formazione rocciosa rammenta quelle che già da tempo, come hai visto, andava dipingendo Leonardo da Vinci.

La spirale nel Tondo

Qualche anno dopo, probabilmente attorno al 1507, Michelangelo è evidentemente ormai apprezzato anche come pittore, poiché viene incaricato di dipingere un tondo per Agnolo Doni, ricco mercante di stoffe fiorentino che ha sposato Maddalena, della prestigiosa famiglia Strozzi. I due personaggi illustri sono gli stessi che, in quel periodo, hanno commissionato all’ancora più giovane pittore Raffaello i propri ritratti, oggi conservati alla Galleria Palatina di Firenze. Evidentemente Michelangelo e Raffaello erano entrambi considerati artisti di spicco dai ricchi fiorentini.
L’occasione per il Tondo deve essere stata la nascita o il battesimo di Maria, figlia dei Doni, nata l’8 settembre del 1507. Il tondo, cioè una tavola circolare dipinta, è infatti un’opera tipica del Rinascimento fiorentino, e in genere veniva offerto dal marito alla sposa per ringraziarla del parto. Infatti, raffigura generalmente scene legate al tema della nascita o del battesimo.
La Sacra Famiglia raffigurata da Michelangelo potrebbe dunque indicare la nascita di Maria Doni e forse anche il suo battesimo, dato che dietro la balaustra, nel dipinto, si vede un san Giovannino raffigurato a mezzo busto, che come raccontano i Vangeli avrebbe battezzato da adulto Gesù.

Una svolta nell’arte del Cinquecento

Con il Tondo Doni Michelangelo segna una svolta nell’arte del Cinquecento: non solo inaugura un nuovo modo di concepire le figure in primo piano, disponendole lungo una specie di spirale o serpentina, ma crea anche quello che è considerato il primo manifesto della “maniera moderna”. Pose e figure sono “anticlassiche”, cioè prive dell’armonia tipica del Rinascimento, hanno contorni taglienti, netti come sculture, e colori freddi, metallici – sui toni dell’azzurro, del giallo, del rosa – e cangianti. Saranno queste le caratteristiche della pittura detta “manierista”, sviluppata di lì a qualche anno a Firenze da Pontormo e Rosso Fiorentino e da molti altri artisti nelle corti europee.
La Madonna ha tratti maschili e scultorei, distanti dai movimenti fluidi e dalle dolci fisionomie di Leonardo e dalle Madonne di Raffaello; più tardi, quest’ultimo risolverà il tema della Vergine col Bambino e san Giovannino spingendo i contorni delle grandi figure fino ai bordi della tavola circolare, come puoi vedere qui sotto nella Madonna della seggiola, che Raffaello pare abbia dipinto ispirandosi alla posa di una contadina vista per strada, mentre reggeva il bimbo in braccio.

CONFRONTI

Il perno della serpentina "costruita" da Michelangelo si riconosce nella torsione del busto della Madonna, raffigurata mentre porge Gesù a san Giuseppe, con le gambe piegate verso il lato opposto. Nella Madonna della seggiola Raffaello adotta un altro tipo di serpentina che non esaspera le pose delle figure, ma le addolcisce.






Raffaello, Madonna della seggiola, 1516 ca., olio su tavola. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina.

Arte Attiva 
Arte Attiva 
Storia dell'Arte - Osservare Leggere Confrontare