Confronti: Il matrimonio nell’arte

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Il matrimonio nell’arte

Lo Sposalizio, cioè la cerimonia del matrimonio, è un soggetto molto frequente nell’arte di tutti i tempi, anche se quello rappresentato da Jan van Eyck, che si compie all'interno di una stanza, sembrerebbe un caso unico. Le prime opere che raffigurano un matrimonio risalgono all’epoca medievale, e di solito sono raffigurazioni a carattere sacro. Una delle più famose è quella, di epoca gotica, realizzata da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, a Padova.

Sulle pareti della Cappella degli Scrovegni, oltre alle Storie di Gioacchino e Anna, genitori della Vergine, Giotto ha raffigurato le Storie di Maria e di Cristo. Nello Sposalizio vediamo la Vergine, rappresentata come una giovane donna incinta, che sposa Giuseppe, posto di fronte a lei, assai più anziano. Il sacerdote al centro celebra il matrimonio tenendo le mani ai due sposi, mentre Giuseppe infila l’anello al dito di Maria. Dietro di lei, in piedi, alcune donne, fra le quali spicca quella più all’esterno, incinta come la Vergine, che ripete il gesto della Madonna, tipico delle donne in attesa: toccarsi il ventre con la mano. Puoi confrontare questo gesto con quello della sposa dipinta da Jan van Eyck.

La celebre composizione dello Sposalizio di Pietro Perugino (1448 ca.-1523), uno fra i massimi esponenti del Rinascimento italiano, è ambientata in primo piano sullo sfondo di un magnifico edificio ottagonale, simile a quello che lo stesso pittore aveva già rappresentato sulle pareti della Cappella Sistina per illustrare la Consegna delle chiavi a san Pietro (vedi alla pagina 176). La tavola qui illustrata, ora in Francia, era stata dipinta per la cappella del Duomo di Perugia consacrata al Sacro Anello, dove era conservato, come reliquia, l’anello nuziale della Vergine. In primo piano, riconosciamo lo sposo Giuseppe, più anziano di Maria, mentre le infila l’anello. Il sacerdote che officia il rito è posto esattamente al centro della composizione, in corrispondenza della porta aperta del tempio, che lascia intravedere lo splendente cielo azzurro.

All’incirca vent’anni dopo la realizzazione dello Sposalizio del Perugino, il pittore Rosso Fiorentino (1495-1540), considerato un artista eccentrico e trasgressivo, dipinge una grande pala d’altare con il medesimo soggetto. Questa volta, però, la scena si svolge in alto, sugli scalini di una chiesa. Una grande novità, considerata scandalosa all’epoca, è che Giuseppe, sulla destra, anziché essere l’uomo anziano della tradizionale iconografia, ha l’aspetto di un bellissimo giovane, con la capigliatura riccioluta.

Lo Scheggia, fratello di Masaccio, è quasi certamente l’autore di questa splendida scena di corteo nuziale che raffigura due giovani fiorentini, sullo sfondo del Battistero di Firenze. Puoi vedere i musici, gli sposi e gli invitati con abiti sontuosi, alcuni dei quali accennano ai passi di una danza tipica dell’epoca, la “bassadanza”.

Il dipinto di Bruegel, maestro fiammingo attivo fra Bruxelles e Anversa (1530 ca.-1569), mostra bene come fosse diversa l’atmosfera di una festa di nozze contadine, vale a dire una festa laica, rispetto alle rappresentazioni sacre o a quelle di ricchi cittadini. Questa è la scena successiva alla cerimonia, con la tavola imbandita e i commensali che conversano piacevolmente al suono delle cornamuse.

Arte Attiva 
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