Una fantasia senza uguali

Una fantasia senza uguali

Tra girali di pietra e mosaici raffinatissimi fanno capolino mostri e animali fantastici

La scultura romanica presenta una varietà di forme e tecniche quasi infinita. Utilizzando legno, marmo, pietra, talvolta anche stucco e alabastro e perfino scolpendo nella roccia, centinaia di maestri (artifices, come venivano chiamati all’epoca), in gran parte rimasti nell’anonimato, hanno impiegato la loro fantasia e abilità in modi diversissimi.
Una caratteristica costante resta lo stretto legame fra scultura e architettura: bassorilievi rivestono infatti le facciate e i timpani dei portali, decorano pilastri e capitelli. La loro funzione è sempre didattica: illustrare e raccontare con immediatezza le storie della Bibbia e dei santi alla gente del popolo, che difficilmente all’epoca sapeva leggere e scrivere. Ecco dunque immagini di pietra, più dirette e comprensibili delle parole stesse, tanto che comunicano forti sensazioni anche ai nostri giorni, sebbene oggi non si sia sempre in grado di comprendere tutti i simboli dell’arte medievale. Grande importanza ornamentale assumono anche le decorazioni vegetali, spesso a spirale o a intrecci circolari (i girali), popolate di figurine e animali. Più rare, almeno per quanto è giunto fino a noi, sono le statue a tutto tondo, mentre abbondano croci, leggii e altri arredi sacri intagliati nell’avorio, nella pietra e nel marmo.

Un’Eva contorta

Nell’immaginario romanico la figura non riproduce la realtà dei movimenti e talvolta neppure una posizione verosimile nello spazio: un esempio straordinario ci viene offerto dalla celebre Eva scolpita da Gislebertus, uno dei rari scultori dell’epoca, assieme a Wiligelmo, di cui ci sia rimasto il nome. Caratteristica della scultura romanica è inoltre la quasi totale assenza di riferimenti agli ideali di armonia e proporzioni della scultura classica. La figura umana può essere del tutto deformata, contorta in pose inverosimili, come nel particolare in alto: quel che conta è l’immediatezza dell’immagine e del suo messaggio.

Immagini spaventose

La vita nel Medioevo è segnata da mille paure legate alle difficoltà di un’esistenza precaria. La speranza è riposta nel Paradiso, quindi assume molta importanza comportarsi correttamente per evitare le punizioni del giudizio divino. Ecco quindi che, oltre a raccontare le storie della Bibbia, i bassorilievi romanici insistono sui pericoli del peccato, immaginando diavolacci e mostri che divorano i peccatori, questi ultimi spesso ritratti come figure inermi e senza articolazioni.

Mosaici e intarsi di marmo

Guarda in quali modi diversi, più o meno negli stessi anni, sono stati ideati due disegni marmorei: il mosaico del serpente è ottenuto fissando sul pavimento della chiesa tante tessere colorate di forma triangolare, che accostate l’una all’altra rendono perfettamente l’idea delle squame del rettile. Le tarsie che rivestono la facciata di San Miniato al Monte, che pure giocano su contrasti cromatici, sono ottenute incidendo la parete con disegni geometrici e inserendo negli incavi ottenuti gli elementi marmorei sagomati di diversi colori.

Arte Attiva 
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