Le novità della chiesa romanica

Le novità della chiesa romanica

Dietro facciate che sembrano scrigni, una luce soffusa gioca tra gli archi e le colonne delle navate

La chiesa è senza dubbio l’espressione più significativa dell’arte romanica. La grande chiesa abbaziale (cioè diretta da un abate), annessa ai monasteri, o la pieve (piccola chiesa) rappresentano per gli abitanti delle campagne il principale punto di riferimento, non solo religioso: spesso infatti questi accoglienti e solidi edifici offrono protezione e rifugio in caso di calamità naturali o di invasioni, dato che le abitazioni comuni sono semplici dimore ancora col tetto di paglia. Attorno alle chiese abbaziali si svolgono le attività dei monaci: dal lavoro agricolo all’insegnamento religioso fino alla produzione artistica.
Anche nelle città è la cattedrale (o duomo) l’edificio più importante, che diventa simbolo del risveglio comunale, dell’orgoglio e della prosperità della comunità riunita attorno alla figura del vescovo, capo spirituale dei cittadini. La chiesa diventa così l’edificio su cui gli architetti romanici concentrano il loro talento: la semplice abside semicircolare delle basiliche paleocristiane non basta più alle esigenze di monaci, pellegrini e cittadini. Si creano allora strutture sempre più complesse, ricche di absidi supplementari e di cappelle.

La pianta

Lo schema della basilica paleocristiana ha ispirato la pianta delle chiese romaniche, in gran parte basate sulla pianta a croce latina (detta anche basilicale), con il braccio corto del transetto che si interseca con il braccio lungo delle navate. Più rara è la pianta a croce greca, con i quattro bracci di uguale lunghezza, che è ispirata all’architettura bizantina.

La facciata

La facciata si trova in genere sul lato occidentale della chiesa. Può essere a capanna, e seguire il profilo del tetto a due spioventi, oppure a capanna composita, con la zona centrale più alta, corrispondente alla navata centrale. Gli artisti romanici hanno spesso decorato in modo raffinato le facciate, rivestendone le superfici di marmi intarsiati o di fitti rilievi che raccontano per immagini storie religiose, popolate da figure fantastiche e ornate da bellissime decorazioni.

L’interno

Quando entri in una chiesa romanica avverti un senso di conforto, hai cioè l’idea di un edificio robusto, accogliente, con uno schema spaziale ben ritmato dall’alternarsi di pilastri semplici e composti o di pilastri e colonne. Archi a tutto sesto suddividono lo spazio secondo precisi rapporti proporzionali. La luce è soffusa e filtra solo dalle finestre dei piani alti, dall’apertura di una cupola e talvolta da un rosone, che dalla facciata può aprirsi sulla navata centrale. La sensazione è quella di uno spazio racchiuso e accentrato, che invita al raccoglimento e alla preghiera.

Arte Attiva 
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