L’ARTE TARDO-ANTICA

Dalle catacombe sotterranee alle grandi basiliche: l’arte cristiana esce allo scoperto, fino a trionfare nei raffinati mosaici dorati bizantini e a conquistare anche i “barbari” Longobardi, mentre la rinascita carolingia sogna di riportare in vita i fasti dell’Impero romano.

La Storia

L’età paleocristiana coincide con la prima fase del Cristianesimo, che si diffuse nel I secolo d.C. e fu riconosciuto ufficialmente dall’imperatore Costantino nel 313 d.C. Nel 395 d.C. l’Impero romano fu diviso in Impero d’Oriente, con capitale Costantinopoli (l’antica Bisanzio, oggi Istanbul), e Impero d’Occidente, con capitale Milano; quest’ultimo crollò nel 476 d.C. sotto la pressione delle popolazioni barbare, mentre l’Impero d’Oriente sopravvisse ancora per un millennio sviluppando la raffinata cultura bizantina. Nel 535, con l’imperatore Giustiniano, i Bizantini riconquistarono Roma e Ravenna, ma nel 568 l’Italia fu invasa dai Longobardi. Intanto nell’odierna Francia si era affermato il dominio dei Franchi: fu proprio un re franco, Carlo Magno, a sconfiggere i Longobardi e a riunificare gran parte dell’Europa occidentale sotto l’Impero carolingio. Ma già pochi decenni dopo anch'esso entrò in crisi sotto la spinta di nuove invasioni da parte di Arabi, Danesi, Ungari e Normanni.

Vivere nell'età tardo-antica

Una nuova religione

Il Cristianesimo, che dalla Palestina, dov’era nato Gesù, si era diffuso in tutto l’Impero, fu inizialmente osteggiato dagli imperatori. Il nuovo culto veniva perciò praticato in modo clandestino, anche in luoghi sotterranei come le catacombe, dove sono più ricche le testimonianze sopravvissute dell’arte paleocristiana.
Non a caso i martiri, cioè i cristiani morti per non aver rinnegato la loro fede, sono stati i primi, insieme agli apostoli, a essere venerati e raffigurati. Il diffondersi del Cristianesimo segna la nascita di una nuova cultura. Nei primi secoli di vita della nuova religione non esiste però una netta distinzione fra le tradizioni pagane dei Romani e quelle cristiane. Anche i nuovi simboli spesso facevano riferimento alle immagini del mondo antico. Le prime raffigurazioni dei personaggi del Cristianesimo, poi rimaste invariate per secoli, derivano proprio dalla fusione di elementi pagani e cristiani: l’immagine del Cristo Salvatore, per esempio, si ispira alle figure di filosofi barbuti dell’antichità.

La cultura bizantina:
dall’Oriente all’Occidente

Nel 330 d.C. l’imperatore Costantino spostò la capitale dell’Impero romano a Bisanzio, cambiandone il nome in Costantinopoli. La città, che divenne poi capitale dell’Impero d’Oriente, fu ingrandita e rinnovata perché diventasse una nuova Roma, e nel corso di due secoli diede vita a una nuova cultura e a quella raffinata arte che oggi chiamiamo bizantina. Anche in Italia, in particolare a Ravenna, riconquistata dai Bizantini nel 535 d.C., giunsero usi e costumi del mondo orientale: l’Occidente si arricchì così di nuovi

Roma, città eterna

Il crollo dell’Impero romano d’Occidente, nel 476 d.C., segna l’inizio dell’Alto Medioevo, termine con cui si indicano i primi secoli del Medioevo fino all’anno Mille. In questo periodo si affermarono in Europa nuove popolazioni, allora dette “barbare”, cioè balbuzienti, perché non parlavano latino ed erano estranee alla cultura romana. L’Occidente continuò tuttavia a vedere Roma come città eterna e guida spirituale della Cristianità, nonostante le guerre che l’avevano devastata: il glorioso passato di quella che era stata la capitale del più grande Impero dell’antichità rimase il riferimento ideale per tutti coloro che, come Carlo Magno, tentarono di restaurarne i fasti.

La cultura longobarda e carolingia

La cultura longobarda assunse particolare importanza quando in Italia entrò in contatto con il Cristianesimo. La conversione della regina longobarda Teodolinda, infatti, favorì la fusione tra le tradizioni della civiltà di lingua barbarica con l’eredità del mondo latino.
La cultura carolingia, diffusa in tutta Europa grazie al piano di rinascita imperiale di Carlo Magno, si caratterizzò invece per una rinnovata attenzione per la bellezza classica del mondo romano. Dalla corte di Aquisgrana, capitale del nuovo Impero, si diffuse la cosiddetta rinascita carolingia. Si riaccese l’interesse per la letteratura antica e si diffuse l’arte della miniatura (vedi a pagina 138), che veniva insegnata in vere e proprie scuole, come la celebre scuola palatina (cioè “del palazzo”) di Aquisgrana, dove si copiavano e illustravano i grandi libri del passato.

Arte Attiva 
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