Geo Touring - volume 3

Jc bdYZaad ^c Xg^h^4 ,+ solo scambi economici che coinvolgono decine di Paesi e spostano una quantità di ricchezza spesso superiore al suo stesso PIL. evidente che si dovranno studiare accordi internazionali per regolamentare gli eccessi più pericolosi di un economia sempre più globale e difficile da controllare. La globalizzazione economica ha di fatto collegato ogni Paese del mondo in una rete di scambi commerciali e finanziari ininterrotta. Ogni cambiamento in un punto delle rete può avere pesanti ripercussioni all altro capo del globo, e un momento di difficoltà economica, che riguarda magari solo un Paese o un particolare settore economico, può contagiare tutto il sistema in una reazione a catena che può avere conseguenze a lungo raggio. quanto accaduto nel corso della grave crisi economica cominciata negli Stati Uniti nel 2007 e allargatasi a macchia d olio negli anni successivi, fino a colpire molti Paesi europei e del resto del mondo. Molti Stati in breve tempo sono entrati in recessione, cioè il loro PIL è diminuito rispetto a quello degli anni precedenti, con un conseguente calo dei consumi, un rallentamento delle attività produttive e un aumento della disoccupazione. Diversi studiosi hanno attribuito le cause di questa crisi proprio alle politiche neoliberiste che hanno favorito la globalizzazione. La mancanza di controlli più stretti sulle attività economiche e finanziarie da parte degli Stati avrebbe infatti favorito le cosiddette bolle speculative , cioè quei fenomeni per cui si verifica un aumento del valore di un particolare settore economico ingiustificato rispetto al suo valore reale . Quando questa differenza diventa evidente, il valore gonfiato crolla, facendo perdere denaro a tutti quelli che avevano investito nel settore. D altra parte, un singolo Stato non può più sperare di regolamentare da Proprio mentre i Paesi più sviluppati economicamente, come gli Stati Uniti e le nazioni europee, sono entrati nel tunnel di una grave crisi economica, Paesi come Cina, India e altri Stati definiti un tempo in via di sviluppo stanno vivendo un periodo di rapida e intensa crescita economica, che ha cambiato gli equilibri internazionali e gli scenari dell economia globale. Già negli anni Ottanta del secolo scorso le cosiddette Tigri asiatiche (vedi pagina 160) si erano lanciate sul mercato internazionale, esportando prodotti elettronici ma anche servizi bancari e finanziari e richiamando capitali esteri. Ancor prima si era affermato il modello giapponese, capace di combinare istruzione tecnico-scientifica, disciplina e partecipazione. A partire dall inizio del nostro secolo sono Cina e India, insieme ad altri due grandi Paesi in forte crescita economica come Russia e Brasile, ad aver formato il gruppo chiamato dagli economisti BRIC (dalle iniziali dei rispettivi nomi): forti di una straordinaria ricchezza di materie prime e di popolazioni numerose, che forniscono abbondante manodopera a basso costo e garantiscono un im- JcV [VWWg^XV Y^ bZoo^ eZhVci^ ^c 8^cV# JcV XVkV Y^ XVgWdcZ ^c >cY^V# CjdkZ ediZcoZ ZXdcdb^X]Z V :hi### Z V HjY

Geo Touring - volume 3
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Gli Stati del mondo