Le relazioni tra gli Stati si reggono sui rapporti diplomatici e sull'esistenza di organizzazioni e trattati internazionali. L'Organizzazione delle Nazioni Unite, ONU, istituita nel 1945 alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha per scopi (enunciati nella sua Carta) la difesa della pace, la garanzia dei diritti umani, la promozione del progresso sociale. Gli Stati membri sono 193 e la sede centrale è a New York. Gli organi principali sono:
• l'Assemblea generale, che può discutere molte questioni, sulle quali ogni Stato esprime un voto, ma emana risoluzioni non vincolanti, le "raccomandazioni";
• il Consiglio di sicurezza, che può decretare sanzioni e decidere l'invio di missioni militari per imporre o mantenere la pace. Ne fanno parte 5 membri permanenti, Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito, Cina, e 10 eletti a rotazione, ogni biennio, dall'Assemblea generale. I membri permanenti hanno diritto di veto, possono cioè bloccare qualunque risoluzione non votandola o votando contro;
• il Segretariato, che è l'organismo amministrativo ed esecutivo dell'ONU. Lo dirige il Segretario generale, nominato dall'Assemblea generale, al quale spesso sono toccati compiti politici delicati;
• la Corte internazionale di giustizia, che ha sede all'Aia, con competenza su tutte le questioni giuridiche previste dalla Carta dell'ONU e dai trattati internazionali. Inoltre esiste un insieme di agenzie, programmi, fondi, istituti specializzati (indipendenti ma che fanno riferimento all'ONU) che operano per il raggiungimento di obiettivi specifici. I principali sono la FAO, che si occupa di alimentazione e agricoltura; l'UNESCO, attiva nel settore dell'educazione, della scienza e della cultura; l'UNICEF, che promuove iniziative a favore dell'infanzia; l'OMS, attiva nel campo della sanità; l'UNDP, impegnata nell'attuazione del programma per lo sviluppo; la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Intemazionale, che finanziano i Paesi in via di sviluppo; il WTO/OMC, che opera nella sfera relativa al commercio mondiale.
Obiettivi e problemi
L'ONU è la più importante organizzazione internazionale, l'unica davvero globale, e gli obiettivi che si propone - pace, diritti umani, sradicamento della povertà, sostenibilità ambientale del progresso - appaiono oggi più urgenti che mai. Dopo la fine del bipolarismo USA-URSS, le Nazioni Unite non sono riuscite, tuttavia, a impedire lo scoppio di guerre in diverse aree di crisi del mondo. Missioni tardive e non risolutive sono state inviate in Croazia e Serbia (1992), in Bosnia (1993), in Somalia (1992-1995), in Libano (2006), mentre niente è stato fatto per evitare il genocidio dei tutsi in Ruanda (1994). Gli interventi militari per scongiurare massacri etnici in Bosnia (1995) e Kosovo (1999) sono stati decisi dagli Stati Uniti, con vari alleati, e così le guerre e le occupazioni in Afghanistan (2001) e Iraq (2003), di cui il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha preso atto senza averle preventivamente autorizzate. È avvenuto invece in ottemperanza a una risoluzione dell'ONU Lintervento di alcuni Paesi durante la guerra civile scoppiata in Libia nel 2011.Riforme per un nuovo ordine?
Questa crisi di ruolo ed efficacia dell'ONU è determinata da varie ragioni, fra cui:• il protagonismo intemazionale degli Stati Uniti e dei loro Governi, qualche volta tentati di "fare da soli";
• la scarsa rappresentanza del Governo dell'ONU, ancorato al potere di veto dei membri permanenti, che da un lato esclude potenze quali la Germania, il Giappone o l'India, mentre dall'altro non dà voce ai Paesi meno ricchi che costituiscono comunque la maggioranza;
• la difficoltà a intervenire nei conflitti interni agli Stati con azioni più efficaci rispetto alle sanzioni e agli embarghi, cioè quei divieti di commercio che finiscono per colpire soprattutto le popolazioni. La Carta dell'ONU prevede infatti azioni di polizia internazionale contro le aggressioni e le minacce alla pace (art. 42), ma esclude l'intervento nelle questioni che "appartengono essenzialmente alla competenza interna di uno Stato" (art. 2). A tal riguardo ha giocato spesso un ruolo determinante l'atteggiamento ostruzionistico di due grandi Paesi membri del Consiglio di sicurezza, Cina e Russia. Questi due Paesi, infatti, che al loro interno devono fronteggiare movimenti indipendentisti in alcune regioni (come la Cecenia in Russia o il Tibet in Cina), si oppongono in linea di principio a ogni forma di intervento internazionale che violi la sovranità o l'integrità territoriale di uno Stato. D'altra parte quando, in seguito all'istituzione di tribunali internazionali per i crimini commessi nella ex Iugoslavia e in Ruanda, l'ONU ha promosso la creazione, all'Aia, di una Corte penale internazionale competente in materia di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra (1998), Paesi come gli Stati Uniti, la Cina e l'India non l'hanno ratificata.
La maggior parte dei critici auspica una riforma dell'ONU che la rafforzi e la renda più autorevole e democratica. Il mondo globale ha bisogno di una guida riconosciuta, in grado di prevenire le guerre e risolvere i conflitti locali senza abbandonarli agli interessi del più forte. I problemi planetari richiedono direttive che valgano per tutti.