Dossier

I desaparecidos: una ferita ancora aperta

Tra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo il Cile e l'Argentina furono governati da due regimi autoritari che non esitarono a ricorrere alla violenza per conquistare il potere ed eliminare ogni forma di dissenso.
In quel periodo il clima politico sudamericano era condizionato dalla Guerra Fredda: gli Stati Uniti temevano che nei Paesi sudamericani potessero essere eletti governi di ispirazione socialista o comunista, potenziali alleati dell'Unione Sovietica; così diedero incarico ai loro servizi segreti, la CIA, di favorire l'insediamento in tali Paesi di governi di destra. Questi regimi avrebbero così garantito agli Stati Uniti il loro appoggio e la repressione dei movimenti di sinistra presenti sul loro territorio. Uno dei maggiori successi della campagna della CIA in America del Sud fu ottenuto in Cile, dove nel 1973 il Governo socialista del Presidente Salvador Allende, eletto democraticamente, fu rovesciato da un colpo di Stato guidato dal generale Augusto Pinochet. Dopo essere salito al potere, Pinochet fu nominato Presidente e diede inizio a una dittatura, durata fino al 1989, nel corso della quale fu attuata una dura campagna di repressione contro i dissidenti: molti oppositori al regime furono arrestati, torturati e uccisi.
Uno scenario simile si presentò un anno dopo in Argentina, alla morte del Presidente della Repubblica Juan Domingo Perón. Dopo un periodo di violenti scontri politici, nel 1976 un colpo di Stato portò al potere una giunta militare (junta militar), che governò fino al 1983. La repressione operata dalla giunta contro gli oppositori era estremamente violenta: questi venivano arrestati nel cuore della notte dalla polizia, dai servizi segreti o da miliziani fedeli al regime, e portati in un luogo segreto dove venivano interrogati e spesso torturati. Alcuni venivano poi rilasciati, mentre altri semplicemente "sparivano" senza lasciare traccia e senza che le loro famiglie ne avessero più alcuna notizia: sono i desaparecidos, gli "scomparsi". Si calcola che furono 30.000 gli argentini e circa 3000 i cileni rimasti vittima di queste sparizioni forzate.
In Argentina esistono vari movimenti che si battono per avere la verità sui desaparecidos; il più attivo è quello delle Madri di Plaza de Mayo, che riunisce i famigliari delle vittime delle sparizioni forzate e prende il nome dalla piazza principale di Buenos Aires, dove le madri manifestano ogni giovedì per chiedere di far luce sulla scomparsa dei figli (nella foto) e di conoscere finalmente la verità su quegli anni tragici. Anche dopo la fine della dittatura il Governo argentino ha infatti cercato di minimizzare l'entità del fenomeno dei desaparecidos, poiché molti dei militari e dei politici responsabili erano rimasti in posizioni di potere, ed eventuali indagini contro di loro avrebbero compromesso la "riconciliazione nazionale" tra le varie parti politiche. Negli ultimi anni il clima è cambiato, ma migliaia di madri attendono ancora di conoscere la sorte dei loro figli.

<

Geo Touring - volume 3
Geo Touring - volume 3
Gli Stati del mondo