LE REGIONI DELL’AMERICA

America Cono Sud

La regione meridionale dell'America del Sud, a motivo della sua forma, prende il nome di Cono Sud.
Ne fanno parte solo quattro Stati: Argentina, Cile, Uruguay e Paraguay.

IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

A ovest le montagne

Il versante occidentale della regione, che si affaccia sull'Oceano Pacifico, è percorso per tutta la sua lunghezza (oltre 4000 km), dai monti della Cordigliera delle Ande. La massima altitudine si raggiunge con l'Aconcagua (6960 m), il punto più alto di tutto il continente americano. I rilievi andini comprendono numerosi vulcani attivi e sono soggetti a terremoti. A nord, tra la Cordigliera e l'Oceano Pacifico, si estende un arido altopiano, il Deserto di Atacama. Sugli ultimi rilievi della Patagonia si allunga per qualche centinaio di chilometri il "deserto bianco" dello Hielo Continental, una distesa di neve e ghiaccio che comprende varie montagne e tredici ghiacciai, meta di spedizioni di appassionati.

Localizza sulla carta fisicopolitica alle pagine 44-45 dell'Atlante lo Hielo Continental: fra quali Paesi si estende?



El Chaltén, una delle vette dello Hielo Continental, al confine con la Pampa.

A est le pianure

Il resto della regione è coperto da pianure e tavolati non molto alti. A nord, nel Gran Chaco argentino-paraguaiano, si alternano foreste e savane. Più a sud, al centro del territorio argentino, si estendono le sterminate praterie della Pampa. All'estremità meridionale, le fredde mesetas della Patagonia presentano un paesaggio stepposo con arbusti bassi e nodosi. Un ambiente a sé è quello compreso tra i fiumi Paranà e Uruguay, ricco di acque, con foreste di tipo tropicale, pascoli e vaste zone paludose.

Grandi fiumi e laghi gelati

I fiumi più importanti sono quelli che scorrono nel Nord della regione. Il più lungo, il Paraná, misura 4700 km e tocca Brasile, Paraguay e Argentina. Sono suoi affluenti il Paraguay, da cui prende nome uno dei quattro Stati della regione, e il Rio Salado, totalmente argentino. Nel suo ultimo tratto il Paraná si unisce al fiume Uruguay dando origine all'estuario chiamato Río de la Plata, la profonda rientranza a forma di imbuto che penetra verso l'entroterra per quasi 300 km, nei pressi del confine fra Uruguay e Argentina.
Nella regione patagonica si aprono diversi laghi di origine glaciale: il più grande è il Lago Argentino, largo fino a 20 km, nel quale galleggiano gli iceberg che si staccano da uno dei ghiacciai che lo circondano e lo alimentano.

Lungo le coste, dune e scogliere

Nell'estremo Nord della regione i rilievi si innalzano a picco sulla costa dell'Oceano Pacifico. Più a sud, invece, una serie di vallate trasversali mitiga il clima arido dell'interno aprendo la strada all'umidità marina.
Infine, nella zona australe, la costa risulta molto frastagliata, con numerosi fiordi che si insinuano fra le montagne. Dalla parte opposta, sull'Oceano Atlantico, si alternano tratti bassi, con dune di sabbia, e scogliere. Le coste della Patagonia sono caratterizzate da sottili strisce di spiaggia, strette da una muraglia di scogliere ventose.

Caldo e freddo a stagioni invertite

Sul versante cileno il clima è caldo e asciutto a nord, mediterraneo al centro, oceanico freddo a sud.
Sul versante orientale si succedono il clima subtropicale del Gran Chaco, quello temperato piovoso dell'Uruguay, poi il clima steppico e arido nella Pampa occidentale, che diventa umido in quella orientale, e infine quello desertico e freddo della Patagonia.
Fra il Centro-Nord paraguaiano e l'estremo Sud cilenoargentino c'è una differenza di una ventina di gradi di temperatura, con uno scarto di una decina di gradi fra la media del mese più caldo (gennaio) e quella del mese più freddo (luglio), che qui, a sud dell'Equatore, risultano invertiti rispetto al nostro emisfero.

PUNTO AMBIENTE

Il gigantesco estuario del Rio de la Piata è formato dall'incontro del fiume Paraná con il fiume Uruguay; la sua larghezza varia da poche decine di chilometri nella parte più interna, quella su cui si affaccia Buenos Aires, a più di 200 km là dove sbocca nell'oceano. Si calcola che la massa d'acqua scaricata dai due fiumi porti con sé oltre 50 milioni di m³ di detriti ogni anno; infatti il fondo, in corrispondenza della rotta atlantica che si addentra fino alla capitale argentina, viene costantemente dragato.
Le immagini aeree mostrano la netta differenza di colore fra il blu dell'oceano e le acque rossicce di sabbia del fiume, ben diverse da quel colore argento (in spagnolo piata) che secondo la tradizione avrebbe dato origine al suo nome.



LA POPOLAZIONE

La regione è popolata da circa 67 milioni di persone, di cui circa 40 milioni vivono in Argentina e i restanti 27 negli altri tre Paesi.
Gli abitanti risultano distribuiti in modo abbastanza proporzionato nei vari Stati, ma in modo molto irregolare all'interno di ogni singolo Paese.

Grande affollamento nelle capitali

La densità di popolazione, che non muta molto da Stato a Stato, va dai 23 ab./km²del Cile ai 14 ab./km² dell'Argentina. Le oscillazioni diventano fortissime all'interno dei singoli Paesi, dove le capitali e le ristrette zone che le circondano arrivano a raccogliere fino a un terzo della popolazione, come nel caso di Santiago in Cile, e di Montevideo in Uruguay.
Poco diversa è la situazione della città e del circondario di Buenos Aires, in Argentina, dove si concentrano quasi 13 milioni di abitanti, contro i circa 27 milioni in tutto il resto del Paese.

Una regione "bianca"

Il Cono Sud è una regione decisamente "bianca", nel senso che ha una forte componente di immigrati o discendenti di immigrati di provenienza europea o nordamericana. Alcune stime danno percentuali del 90% in Uruguay e intorno all'85% in Argentina. La componente indigena risulta invece intorno all'1% sia in Argentina sia in Uruguay. Il resto è composto da meticci (ai quali tuttavia alcune valutazioni attribuiscono un'incidenza molto maggiore), neri africani e, infine, asiatici, giunti qui con le ondate migratorie più recenti.

Lingua spagnola, non sempre purissima

Lo spagnolo è la lingua ufficiale nei quattro Paesi dell'area. Lontano dalla Spagna, in condizioni umane e ambientali ben diverse, nell'uso quotidiano lo spagnolo si è leggermente differenziato da quello originale. Tanto che in Argentina e in Uruguay si usa distinguere il castillano, cioè lo spagnolo vero e proprio, quello di Castiglia, dal rioplatense (termine che deriva da Río de la Piata). Parlato localmente, il rioplatense si differenzia dallo spagnolo soprattutto nella pronuncia.

Stabili i cattolici, in crescita le altre fedi

In passato religione praticamente unica, il Cattolicesimo continua a essere ovunque la fede più seguita. Negli ultimi anni, anche a causa di cambiamenti sociali e di una diversa provenienza delle nuove ondate migratorie, è aumentato rapidamente il numero sia degli aderenti ad altre confessioni, come quella protestante, sia degli atei.

LO STATO "MISTO" DEL PARAGUAY

Dal punto di vista etnico, culturale e sociale, il Paraguay è un caso del tutto particolare. Almeno tre quarti degli abitanti sono meticci, discendenti dalla fusione tra i colonizzatori spagnoli e le originarie popolazioni locali, soprattutto guarani (nella foto). Le due lingue ufficiali sono lo spagnolo e il guaraní. L'idioma guarani è talmente diffuso che lo usa correntemente anche una buona parte dei bianchi.



NEL CORSO DEL TEMPO

 PERIODO EVENTI
 XVI sec.  Gli spagnoli colonizzano gran parte del Cono Sud.
 XIX sec. Diversi Paesi proclamano via via l'indipendenza; segue un lungo periodo di guerre, per questioni territoriali, che coinvolgono anche il Brasile.
1890-1950 Forte immigrazione europea (soprattutto italiana in Argentina) e periodo di buono sviluppo economico della regione.
1951-1983 Instabilità economica, tensioni sociali e disordini, seguiti da periodi di dura dittatura militare in Cile (nella foto, il generale Pinochet, dittatore dal 1973 al 1989), in Argentina e negli altri Stati.
1984-1989 Con il ritorno della democrazia in tutti i Paesi della regione, prende avvio una lenta e graduale ripresa economica e sociale.

L'ECONOMIA

Nell'economia di tutti e quattro i Paesi della regione si riscontra un elemento comune: la basilare importanza delle attività del settore primario, che oltre a soddisfare il fabbisogno interno contribuisce in modo determinante ad alimentare le esportazioni.

Dai manzi alle ostriche

La più importante attività del settore primario è l'allevamento di milioni e milioni di capi bovini, ovini e suini, dai quali si ottengono grandi quantità di carne, latte, burro, lana e pellami per il consumo locale e per l'esportazione. Nell'economia del Paraguay occupano un posto importante anche i cavalli, i volatili e l'esportazione di uova, mentre in Cile significativo è l'allevamento, sugli altopiani, di lama e alpaca, che forniscono una lana molto ricercata. Di rilievo, sempre in Cile, sono i prodotti della pesca, che comprendono ostriche salmoni.

Risorse agricole, forestali e minerarie

Le attività agricole forniscono ovunque rese soddisfacenti di cereali, ortaggi, frutta. Si produce inoltre zucchero di canna (Paraguay) e di barbabietola (Argentina), vino (Argentina e Cile), manioca e patate dolci (Paraguay), soia e olio di soia, girasole, arachidi (Uruguay). Lo sfruttamento delle risorse forestali è importante specialmente per il Paraguay, che esporta sia il legname sia il tannino, un ricercato prodotto industriale ricavato dall'albero del quebracho. Oltre che in Argentina, le risorse minerarie sono importanti solo in Cile, primo produttore mondiale di rame e ben fornito anche di ferro, zolfo, oro, argento e di numerosi altri minerali.

Industrie alimentari e altre produzioni

L'abbondanza delle produzioni agricole, dell'allevamento e della pesca ha comportato in tutta la regione un notevole sviluppo delle industrie di trasformazione e di conservazione dei prodotti del settore primario, come pastifici, caseifici, oleifici, impianti per la lavorazione della carne, della lana, del legno.
Non mancano stabilimenti siderurgici, metalmeccanici, chimici, tessili e di produzione dei più comuni beni di consumo. In Cile è anche attiva la cantieristica navale.

Il commercio e le comunicazioni

La percentuale degli addetti alle attività del settore terziario è mediamente di poco inferiore a quella delle economie più avanzate. Sono sviluppate le iniziative rivolte al commercio interno e all'import-export, che possono avvalersi di una sufficiente rete di comunicazioni terrestri, aeree e navali. Il Cile, in particolare, ha concluso nel 2005 un trattato di libero commercio con la Cina che ha agevolato gli scambi fra i due Paesi. Nelle regioni meno popolose, lo sviluppo della rete interna risulta però, spesso, ancora carente. Le attività bancarie e finanziarie hanno invece un'importanza solo locale.

Turismo... ma non solo

In tutta la regione risulta in crescita il turismo. L'offerta è molto varia: spazia dalle spiagge cilene e uruguayane, allo sci che si può praticare sulle Ande, all'alpinismo estremo, alla suggestione di ambienti unici al mondo come la Patagonia e la Terra del Fuoco.
Oltre alle attività turistiche, qualche Paese vanta alcune iniziative economiche di spicco.
L'Uruguay, per esempio, ha puntato negli ultimi anni sull'informatica ed è riuscito ad affermarsi come primo esportatore di software dell'America Latina, con oltre 300 compagnie locali impiegate nel settore.

La diga di Itaipú illumina il "Paraguay"

La regione non manca di risorse energetiche, come petrolio, gas naturale e carbone. Produzioni da primato di energia idroelettrica provengono invece dall'impianto di Itaipú. Presso Itaipú, al confine fra Paraguay e Brasile, sul fiume Paraná è stata infatti costruita una diga lunga 8 km e alta 196 m, che ha creato un grande lago artificiale, meta di turismo, sul quale si praticano sport acquatici. Le 20 turbine mosse dall'enorme massa d'acqua del fiume forniscono grandi quantità di energia elettrica ai due Stati: il 19% del fabbisogno di energia del Brasile e il 90% di quello del Paraguay.



CONFRONTA

I dati socio-economici

Stati
PIL pro capite in $ USA
Speranza di vita M/F
ISU
(classifica)

Argentina
9138
72/80
0,775 (46°)
Cile
11.828
76/82
0,783 (45°)
Paraguay
2886
69/73
0,640 (96°)
Uruguay
11.998
73/80
0,765 (52°)
Italia
34.059
78/84
0,854 (23°)

Confronta il PIL pro capite dei Paesi del Cono Sud: quale dei quattro è nettamente più povero degli altri? Secondo te la posizione geografica può averne condizionato lo sviluppo? Perché?

Geo Touring - volume 3
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Gli Stati del mondo