LE REGIONI DELL’AMERICA

America Andino-amazzonica

La parte superiore della massa continentale sudamericana è caratterizzata da due elementi fra loro strettamente collegati: la catena delle Ande e il bacino del Rio delle Amazzoni. Per questo la regione viene chiamata Andino-amazzonica.

IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

La catena montuosa più lunga: le Ande

L'imponente Cordigliera delle Ande corre lungo tutto il bordo occidentale della regione, allungandosi poi nell'area del Cono Sud, per un'estensione totale di 7500 km.
In alcuni tratti si presenta come un'unica catena, in altri come un fascio di catene separate da profonde valli fluviali, vasti altopiani e bacini chiusi, dove si possono trovare anche grandi laghi, come il Titicaca. Situato a quasi 4000 m di altitudine al confine fra Perù e Bolivia, il Lago Titicaca si estende per circa 8300 km², una superficie superiore al Friuli Venezia Giulia.

Il fiume più ricco di acque: il Rio delle Amazzoni

I corsi d'acqua che scendono verso il Pacifico sono brevi e rapidi, ma sufficienti ad alimentare l'attività agricola lungo la stretta fascia costiera sull'Oceano. Quelli che scendono verso oriente per la maggior parte vanno ad alimentare l'enorme bacino del Rio delle Amazzoni. Circa 10.000 affluenti e subaffluenti riversano le loro acque nel grande fiume (secondo alcuni il più lungo del mondo, vedi box a pagina 273), che alla foce ha una portata media di poco inferiore ai 200.000 metri cubi al secondo. Ciò significa che, se fosse possibile raccogliere tutta questa acqua, se ne potrebbero distribuire due litri a ciascun abitante della Terra ogni minuto.

Gli altopiani e la Selva

La regione comprende inoltre i vasti altopiani della Guyana a nord e del Brasile a est, nei quali si alternano zone collinari, ampi tavolati e rilievi montuosi con poche cime sopra i 2000 m (le più elevate sono il Cerro de la Neblina, 3014 m, al confine tra Venezuela e Brasile, e il Pico da Bandeira, 2890 m, nel Brasile Meridionale). A differenza del fertile terreno della Selva - Limmensa pianura amazzonica, coperta dalla più grande foresta pluviale della Terra - qui il suolo è perlopiù povero e risulta coltivabile solo lungo le valli fluviali.

LA SELVA AMAZZONICA: UN AMBIENTE A RISCHIO

Circa la metà della regione è coperta dalla Selva amazzonica: si tratta della foresta più grande del mondo, considerata il "polmone" del pianeta Terra in quanto ospita miliardi di piante che, attraverso il processo di fotosintesi, contribuiscono in modo decisivo a mantenere l'equilibrio fra ossigeno e anidride carbonica nell'atmosfera. Inoltre è il territorio che presenta la maggiore biodiversità in assoluto: ospita migliaia di specie vegetali e animali, molte delle quali ancora sconosciute.
Purtroppo l'opera sempre più intensa di sfruttamento forestale sta mettendo a serio rischio la Selva: il disboscamento scopre e inaridisce il suolo, riduce l'evaporazione e di conseguenza le piogge, e innesca un circolo vizioso che tende a moltiplicare e accelerare i processi distruttivi.



Campi coltivati che sottraggono terreno alla Selva.

Le coste

Le coste sull'Oceano Pacifico sono per lunghi tratti aride e prive di porti naturali. Sul Mar dei Caraibi si succedono la foce del fiume Magdalena e il grande Lago di Maracaibo, collegato al mare da un canale che si svuota e si riempie con le maree (per questo le acque del lago risultano in parte salmastre). Verso nord, sfocia nell'Atlantico il fiume Orinoco, notevole per lunghezza (2140 km), ampiezza del bacino e portata.
Guyana, Suriname e Guiana Francese hanno coste perlopiù pianeggianti, spesso paludose o acquitrinose, in alcuni tratti protette da dighe, perché collocate sotto il livello del mare. Gli ambienti più vari si susseguono lungo le coste del Brasile, dove si concentra la maggior parte della popolazione.

Clima pluviale nella fascia equatoriale

Nella fascia equatoriale le precipitazioni sono abbondanti e distribuite lungo tutto l'anno; le temperature sono costanti: tanto a Manaus, nel cuore dell'Amazzonia, quanto a Belem, sull'Atlantico, la differenza fra le temperature medie del mese più caldo e di quello più freddo è meno di 1 °C.
La piovosità diminuisce e lo sbalzo termico aumenta salendo in altitudine e spostandosi verso sud: la temperatura annua media di Porto Alegre, nel sud del Brasile, è di 7-8 gradi inferiore a quella di Manaus.

PUNTO AMBIENTE

Con i suoi 972 m di dislivello, quella del Salto Angel è la cascata più alta del mondo. Si trova nel cuore della foresta amazzonica, in Venezuela: è formata dalle acque del torrente Carrao che cadono dall'altopiano di Auyantepui nel corso del sottostante fiume Kerepakupay. La cascata, considerata dagli indigeni un luogo sacro (insieme alla montagna da cui precipita), prende il nome dal pilota d'aereo statunitense James C. Angel, che la sorvolò per la prima volta nel 1933.



LA POPOLAZIONE

La regione è popolata da circa 320 milioni di abitanti, con un tasso di crescita naturale superiore all'1% (pari cioè a un aumento di circa 3,5 milioni di persone l'anno). Escludendo i piccoli Stati insulari, la densità di popolazione oscilla fra il massimo di 52 ab ./km² dell'Ecuador e il minimo di 9 ab ./km² della Bolivia, con un valore medio di poco superiore a 20 ab ./km².

Una forte urbanizzazione

All'interno dei singoli Paesi la popolazione è distribuita in modo molto irregolare; si concentra infatti lungo le fasce costiere, mentre le zone più interne sono quasi completamente spopolate. Più di tre quarti degli abitanti vivono nelle città. Il tasso di urbanizzazione raggiunge l'84,4% in Brasile e il 93% in Venezuela. I grandi centri urbani sono presenti, oltre che in Brasile (San Paolo, Rio de Janeiro e diversi altri), anche in Colombia (Bogotà e Medellm), in Perù (Lima), in Venezuela (Caracas) e in Ecuador (Quito). La conurbazione che fa capo a Lima, che supera gli 8 milioni di abitanti, comprende quasi un terzo degli abitanti del Perù.

Più meticci che bianchi

La composizione etnica varia molto di Paese in Paese. La maggioranza è costituita da meticci (mestizos in spagnolo), che comprendono circa i due terzi dei colombiani e dei venezuelani, e circa il 40% dei brasiliani e degli ecuadoriani. Complessivamente inferiore è la presenza dei bianchi, discendenti degli europei giunti in numero cospicuo nei secoli, prima come colonizzatori poi come immigrati. A parte il Brasile, dove si dichiara bianca oltre la metà degli abitanti, la popolazione di discendenza europea rappresenta il 20% del totale in Colombia e in Venezuela, il 15% in Bolivia e Perù e meno del 10% in Ecuador.

I discendenti degli Inca, i neri e gli zambos

Le antiche popolazioni andine sono state decimate e in alcune regioni annientate, ma in altre zone sono sopravvissute diverse comunità che, avendo un tasso di natalità molto alto, hanno aumentato velocemente la loro consistenza. In Perù gli amerindi dell'etnia quechua sono in maggioranza, poco meno del 50% della popolazione, in Bolivia sono il 30% e in Ecuador circa il 25%, per un totale di circa 20 milioni di persone, di cui viene ufficialmente riconosciuta la lingua e tutelate la cultura e le tradizioni. I neri sono il 6% sia in Brasile sia in Colombia, dove è presente anche oltre 1 milione di zambos, discendenti dall'unione fra neri d'Africa e amerindi.

Lo spagnolo e la fede cattolica

In Brasile si parla portoghese, mentre gli altri Paesi hanno come lingua ufficiale lo spagnolo. Le lingue indigene sono anch'esse ufficiali solo nei Paesi a forte presenza quechua. Nella Guyana, nel Suriname e nella Guiana francese sono ancora in uso le lingue dei colonizzatori, rispettivamente inglese, olandese e francese.
La religione più seguita è ovunque quella cattolica; negli ultimi anni è in forte crescita il numero dei protestanti, con oltre il 15% in Brasile.

NEL CORSO DEL TEMPO

PERIODOEVENTI
XV sec.Massimo sviluppo dell'Impero Inca nelle regioni andine (nella foto sotto, il sito di Machu Picchu); il Brasile è abitato da popolazioni seminomadi (Arawak, Caribi, Guarani).
XVI sec.
I conquistadores spagnoli abbattono l'Impero Inca e ne occupano le terre; il Brasile viene colonizzato
dai portoghesi.
1817-1824
Le colonie ispano-portoghesi dell'America del Sud ottengono l'indipendenza.
1899
Proclamazione della repubblica in Brasile e inizio di un lungo periodo di crisi economiche e politiche, con ribellioni e governi autoritari.
1964-1985
Regime militare in Brasile.
2002-2006
I governi di Lula in Brasile, Chavez in Venezuela, Bachelet in Bolivia perseguono una crescita nazionale non condizionata dagli Stati Uniti.

L'ECONOMIA

Una delle maggiori cause dei problemi economici e sociali della regione (e dell'intera America Latina) risiede nella distribuzione delle terre coltivabili assolutamente sproporzionata, con il 70% delle terre fertili in mano all'1% dei proprietari e il 30% frammentato tra il restante 99% dei coltivatori.

Dalle campagne alle città

I fondi di piccole dimensioni, coltivati da famiglie molto povere e non in grado di dotarsi di adeguate quantità di fertilizzanti e di macchine agricole, hanno una resa insufficiente. Anche per questo molti sono stati spinti ad abbandonare le campagne e a riversarsi in cerca di lavoro ai margini delle grandi città, contribuendo a rendere assai problematico lo sviluppo dei centri urbani. Solo negli ultimi anni ci sono stati alcuni tentativi statali volti ad acquistare terre da ridistribuire ai piccoli coltivatori o a regolarizzare le occupazioni abusive, dando un indennizzo ai proprietari.

Produzioni da primato, dal caffè alla pesca

Per il consumo interno si coltivano grandi quantità di mais e altri cereali, fagioli, ortaggi e frutta. Il Brasile e altri Stati della regione sono inoltre tra i primi produttori al mondo di caffè, cacao, canna da zucchero e cotone, destinati prevalentemente all'esportazione. Posizioni da primato si riscontrano anche nella produzione di legname, nell'allevamento e nella pesca, settore, quest'ultimo, in cui il Perù detiene il secondo posto nella graduatoria mondiale, alle spalle della Cina.

Risorse minerarie e industrie

La regione dispone di abbondanti risorse minerarie: petrolio (Venezuela e Brasile), bauxite (Brasile e Suriname), argento (Perù), oltre a minerali di ferro, stagno, piombo, zinco, oro e diamanti. Le principali industrie operano nel campo estrattivo, petrolifero, siderurgico, alimentare. La produzione di beni di consumo, come tessuti, autoveicoli, elettrodomestici, è in costante aumento.

Le comunicazioni e il turismo

Le reti stradali e ferroviarie sono sviluppate lungo le fasce costiere, molto meno verso l'intemo. Sono particolarmente scarsi, se comparati a quelli europei, i collegamenti stradali internazionali (con importanti eccezioni, come l'autostrada panamericana). Le comunicazioni navali traggono vantaggio dalla presenza di grandi fiumi navigabili, forieri di un rapido sviluppo dei territori circostanti. In diversi Paesi risultano in crescita anche le attività turistiche, risorsa sempre più importante.

Condizioni non facili, ma in miglioramento

Gli Stati con il più alto reddito pro capite, Brasile e Venezuela, hanno valori pari a un terzo di quelli italiani e distaccano nettamente gli altri Paesi dell'area anche per quanto riguarda le condizioni complessive di benessere. Questi valori diventano particolarmente bassi nel caso della Bolivia. La situazione è aggravata dalla forte disparità, molto maggiore di quella italiana, fra le condizioni di vita della fascia più ricca della popolazione e quella più povera. Pesa molto anche il debito estero: basti pensare che una buona percentuale del PIL annualmente prodotto deve essere spesa per la restituzione degli interessi sui prestiti intemazionali ricevuti.
Da alcuni anni la crescita economica della regione è molto elevata, e lascia prevedere un progressivo recupero, evidente soprattutto in Brasile.
  

Foglie di coca e traffico di droga

La coca è una pianta coltivata in Bolivia, Perù e Colombia, le cui foglie vengono masticate da molte popolazioni locali come stimolante tonico, per esempio per sopportare sforzi ad altitudini elevate come quelle che caratterizzano la regione. L'estratto della foglia di coca figura fra gli ingredienti della ricetta della Coca-Cola (anche se la cocaina presente nelle foglie viene accuratamente rimossa con un procedimento chimico prima del loro impiego).
Attraverso altri complessi procedimenti chimici si può invece ricavare dalla coca un potente e pericoloso stupefacente, che viene esportato soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. I Paesi della regione stanno collaborando con gli Stati Uniti per combattere la produzione e l'esportazione di droga, ma c'è aperto disaccordo sulle modalità degli interventi. I contrasti dipendono anche dal condizionamento esercitato dagli Stati Uniti sulla politica interna dei Paesi andini.



CONFRONTA

I dati socio-economici


Stati
PIL pro capite in $ USA
Speranza di vita M/F
ISU
(classifica)

Bolivia
1858
64/68
0,643 (95°)
Brasile
10.816
69/77
0,699 (73°)
Colombia
6273
70/77
0,689 (79°)
Ecuador
3984
72/78
0,695 (77°)
Perù
5172
71/76
0,723 (63°)
Venezuela
9960
71/77
0,696 (75°)
Italia
34.059
78/84
0,854 (23°)

Nel 2009 il PIL prò capite del Brasile era 5717 $, quello dell'Italia 31.791 $: quale dei due Paesi ha registrato una maggiore crescita economica?

Geo Touring - volume 3
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Gli Stati del mondo